Ufficio, pc e collaboratori: i contributi alle nuova attività!

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Nuovi strumenti specifici messi in campo dalle Regioni in aiuto a liberi professionisti o a coloro che stanno pensando di avviare un’attività. Oppure a chi ha appena aperto una partita Iva ed è sommerso dai costi.

Servono a coprire, a seconda dei casi, parte delle spese per i locali, gli arredi o le utenze, ma anche hardware, software, acquisizione di brevetti e investimenti in pubblicità. In qualche caso perfino i contributi per i praticanti e più in generale per i dipendenti. E sono riservati a chi gioca da solo, ma spesso anche in coworking o in associazioni.

Gli strumenti messi a disposizione per aiutare i liberi professionisti da parte delle Regioni.

Risorse cofinanziate con i fondi Ue Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) dedicate proprio alla fase delicata del decollo, valide non solo per le imprese, ma anche per i lavoratori autonomi.

Dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia fino alla Toscana, Il Sole 24 Ore ha selezionato tre bandi che possono rendere meno accidentata la strada di chi muove i primi passi. In “palio” c’è un totale di circa 18,5 milioni con tipologie di finanziamento diverse a seconda della Regione.

Tre iniziative a confronto.

In Friuli Venezia Giulia il bando denominato «Supporto alle nuove realtà imprenditoriali» prevede un contributo a fondo perduto, pari al 60% della spesa ritenuta ammissibile, che non deve superare i 100mila euro. Con «Intraprendo» in Lombardia l’agevolazione è combinata: il finanziamento agevolato a tasso zero si abbina ai contributi a fondo perduto.

In Toscana lo strumento è riservato ai professionisti. Si chiama «Fondo per la concessione di garanzie e di contributi in conto interessi a favore delle professioni» e, appunto, eroga garanzie sui prestiti e risorse a copertura degli interessi nei finanziamenti che i professionisti ottengono dalle banche.

Regione che vai, requisiti che trovi: attenzione, quindi, perché ogni strumento ha le sue peculiarità, fermo restando, questa volta per tutti, il requisito della territorialità. Bisogna cioè dimostrare di esercitare la propria attività nell’ambito della Regione a cui si chiedono le agevolazioni.

Non solo. In Lombardia e Friuli Venezia Giulia il neo professionista potrebbe scontrarsi con uno scoglio non di poco conto. I due bandi, infatti, hanno inserito tra i requisiti la presentazione di un business plan, proprio come succede per le piccole e medie imprese. Il documento chiede tra le altre cose di descrivere la qualità, sostenibilità e potenzialità del progetto sul quale si chiede l’aiuto finanziario dei fondi comunitari.

Chi sta avviando o ha intenzione di avviare un’attività in Friuli Venezia Giulia deve compilare un documento di 14 pagine con il nome e la descrizione del progetto, la localizzazione, il mercato potenziale, l’analisi della concorrenza, le stime di fatturato e le previsioni economico-finanziarie.

Stessa cosa in Lombardia: il modello di business plan scaricabile dal sito di Finlombarda, soggetto gestore di «Intraprendo», conta dieci pagine. Per essere ammessi al cocktail di agevolazioni (finanziamento agevolato e contributo a fondo perduto) occorre anche ricevere un «endorsement» da parte di un cliente, un collega, un’associazione professionale che sostenga la qualità dell’idea professionale.

Affitto, software e utenze: più fondi ai professionisti.

In Toscana lo strumento di garanzie e contributi in conto interessi è stato ampliato: il plafond massimo dei contributi è stato innalzato da 13.500 a 25mila euro per professionista, confermato invece a 4.500 euro per praticanti e tirocinanti.

Il suggerimento, per tutti, dalla Lombardia alla Toscana, passando per il Friuli, è di fare molta attenzione alla documentazione da presentare. Non tutti i bandi sono a sportello ma in ogni caso la tempestività, è il caso di dirlo, paga.

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