Taglio delle pensioni d’oro: si va verso il contributo di solidarietà

Taglio vitalizi e pensioni d'oro: Di Maio a Porta a Porta rilancia l'urgenza di un intervento!

Il taglio delle cosiddette “pensioni d’oro” sarà inserito nella legge di Bilancio 2019. La conferma è arrivata dal Vice premier Luigi di Maio via social. Il sottosegretario al Ministero del lavoro, Claudio Durigon, a DiMartedì, ha precisato che verrà introdotto un contributo di solidarietà per le pensioni superiori ai centomila euro. “E’ un provvedimento ingiusto e dettato dal rancore e dall’invidia sociale contro il quale ci opporremo in tutte le sedi istituzionali e giurisdizionali, compresa la Corte Costituzionale”, ha affermato Giorgio Ambrogioni, presidente Cida, nel corso del suo intervento all’Assemblea “Non c’è equità senza merito”.

“In questa sala oltre mille delegati rappresentano i nostri 850mila associati che chiedono e pretendono di essere ascoltati: sono una parte importante dalla classe dirigente di questo Paese, hanno le idee e la competenza per contribuire a superare la crisi economica e sociale che stiamo attraversando. Vogliamo confrontarci con il Governo che, finora, è rimasto sordo ad ogni nostro appello”, ha sottolineato Ambrogioni.  Cida, Confedir, Forum nazionale pensionati per l’Italia, Assdiplar, Diplomatici in pensione Sndmae, Associazione nazionale magistrati e avvocati dello stato in pensione hanno sottoscritto una mozione per ottenere dal Governo un tavolo di confronto da cui, “fuori da contesti ideologici, emergano proposte concrete per interventi sul welfare, sull’occupazione e sulla crescita economica, senza penalizzare intere categorie sociali, ma attraverso il più equo ricorso alla fiscalità generale.”

La mozione contro il contributo di solidarietà

Nella mozione si punta a realizzare “la solidarietà attraverso l’utilizzo della leva fiscale, ad attuare celermente ed efficacemente una netta separazione tra previdenza ed assistenza, ad evitare l’approvazione di provvedimenti iniqui, dai forti profili di incostituzionalità e privi di visione sul futuro”.

Si legge nel documento: “Le Associazioni categoriali rappresentative di 850 mila dirigenti pubblici e privati, magistrati, avvocati dello stato, diplomatici, alti ufficiali delle forze armate, medici, dirigenti scolastici ed alte
professionalità, riunitesi a Milano il 14 dicembre 2018 in un’Assemblea di oltre 1000 delegati provenienti da
tutta Italia hanno approvata all’unanimità una mozione con la quale si chiede al Governo ed alle Istituzioni parlamentari di: evitare l’approvazione di provvedimenti iniqui, dai forti profili di incostituzionalità, che
diminuiscono i consumi, aumenta il risparmio difensivo e sono privi di visione sul futuro; realizzare la solidarietà attraverso l’utilizzo della leva fiscale e la lotta all’evasione; attuare celermente ed efficacemente una netta separazione tra previdenza ed assistenza; aprire un tavolo di confronto, non ideologico sul tema delle pensioni.

Quanto sopra tenuto conto che: il Paese vive un momento particolarmente delicato della sua storia; che è compito della classe dirigente offrire al Paese un contributo in grado di gestire il momento, senza sottrarsi a questa sfida; che i dirigenti e le alte professionalità sono espressione di percorsi professionali e personali
affermatisi esclusivamente per valori, competenze e risultati.

Ciò considerato che: queste pensioni hanno già subito gli effetti negativi di ben otto blocchi totali o parziali
del meccanismo di adeguamento al costo della vita, con una conseguente perdita di potere di acquisto del 20%, nonché di due contributi di solidarietà, senza che tutto ciò si risolvesse in maggiore equità sociale; che i dirigenti e le alte professionalità rappresentano il 12% dei contribuenti Irpef e versano il 58% del gettito complessivo, sostenendo il welfare di metà della popolazione italiana; che le pensioni retributive più alte scontano già gli effetti redistributivi e solidaristici di un sistema di calcolo a rendimenti decrescenti”.

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