Tagli alle pensioni: il ricorso della Cida

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La Cida, Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità, ha dato mandato ai propri legali di intraprendere alcuni ricorsi “pilota” contro la riduzione dei trattamenti pensionistici prevista dall’art. 1, comma 261, della l. n. 145 del 2018 e contro il blocco della perequazione imposto dall’art. 1, comma 260, della medesima legge. La strategia alla base dei ricorsi è quella di scegliere le sedi dove intentare le cause, individuando i profili dei ricorrenti che meglio fanno emergere l’iniquità delle norme. “La nostra finalità è quella di far sì che un Giudice ordinario (o una Corte dei Conti, a livello territoriale) ritenga dubbia la costituzionalità delle norme e le rinvii al giudizio della Consulta”, ha precisato la Cida.

“Il Consiglio dei Presidenti ha deciso di passare alle vie giudiziarie a sostegno delle pensioni medio-alte, dopo aver condotto per mesi un’intensa attività di comunicazione e di incontri con il mondo della politica per rivendicare le proprie ragioni. E’ certamente un’iniziativa di natura sindacale, un atto dovuto nei confronti dei pensionati iscritti alle Federazioni aderenti, ma rappresenta anche un’azione politica, di carattere generale, per garantire la certezza del diritto, un valore al quale lo Stato deve necessariamente tendere per garantire la libertà dell’individuo, l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge e non intaccare la fiducia e la credibilità dei cittadini nei confronti delle istituzioni”, ha riferito la Confederazione in una nota.

La battaglia della Cida contro il taglio delle pensioni

La Cida prosegue nell’azione di tutela dei diritti dei propri rappresentati in materia previdenziale, convinta non solo di difendere i legittimi interessi dei dirigenti pubblici e privati, ma di portare avanti una battaglia di principio, “contro provvedimenti legislativi che, di fatto, cambiano unilateralmente le regole del gioco e penalizzano un’unica categoria di percettori di reddito, i pensionati”.

“La Cida farà sentire la sua voce presso le Istituzioni e l’opinione pubblica e cercherà in ogni modo di frenare ogni altro ulteriore provvedimento lesivo dei diritti dei propri rappresentati. Altrettanto energicamente verrà contrastato il tentativo di delegittimare e colpevolizzare il mondo dei dirigenti, come è accaduto con l’utilizzo spregiudicato del termine ‘pensioni d’oro’, un falso ideologico costruito da un ceto politico pavido e a corto di argomenti. E’ forse il pericolo più subdolo che i dirigenti pubblici e privati, i professionisti e le alte professionalità corrono. Ed è per questo che va fermato con una ‘battaglia’ culturale e di principio che la Cida condurrà in prima fila, insieme con le sue Federazioni ed i suoi iscritti”, viene puntualizzato nella nota.

Iniziative in itinere

Nel frattempo, accanto all’azione giudiziale, Cida proseguirà “la sua attività di lobby nei confronti dei parlamentari di tutti gli schieramenti politici; darà vita ad un Gruppo di Lavoro ad hoc che metterà a punto, fra le altre cose, una strategia di comunicazione mirata, che si declinerà sia a livello nazionale, sia territoriale; organizzerà un evento di rilievo nazionale, avente ad oggetto fisco e pensioni, che si svolgerà in autunno in concomitanza con la discussione della Legge di Bilancio 2020”.

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