Riforma delle pensioni e legge Fornero: il focus di Marco Leonardi

Pensioni e Previdenza complementare: la posizione della Uil

Riforma delle pensioni 2018. L’economista Marco Leonardi, consigliere economico del Governo Gentiloni ha illustrato sul Messaggero i motivi per i quali non è opportuno aumentare la spese per nuovi interventi sulla previdenza. Leonardi ritiene inutile separare i costi dalla previdenza da quelli dell’assistenza allo scopo di dimostrare che la spesa pensionistica vera e propria si attesa sull’11% del PIL, anziché sul 16%, come affermato dal Fondo Monetario Internazionale e ricavarne, quindi, che è possibile avere disposizione risorse da investire in riforme strutturali del sistema previdenziale. In sintesi: le modifiche alla Legge Fornero vanno compiute in maniera graduale

Riforma delle pensioni e legge Fornero: l’analisi di Marco Leonardi.

La questione da non sottovalutare, per l’economista, è che la popolazione italiana sta diminuendo a causa del calo delle nascite. Una delle conseguenze è che aumenterà il numero di pensioni da erogare in rapporto al numero di occupati che versano i contributi. Il dato demografico, combinato con l’andamento non proprio esaltante del PIL, creerà delle criticità sulla sostenibilità della spesa pensionistica. Se finora era prevista una spesa pensionistica con un’incidenza massima del 16% del PIL nel 2030, le nuove stime prospettano un’incidenza fino al 18% nel 2040.
Un’altra motivazione illustrata da Leonardi che spinge alla cautela sulle prossime riforme del sistema previdenziale è che alcune voci di spese classificate come prestazioni assistenziali, in realtà hanno carattere previdenziale. Un esempio su tutti è quello dell’Ape sociale, che è un’indennità a carico dello Stato i cui costi sono classificati come spese assistenziali, mentre, di fatto si tratta di spese relative alla previdenza.

Leonardi ha osservato che la spese sociale registrata in Italia, comprensiva delle spese sanitarie, previdenziali e assistenziali è pari al 29% del PIL, con una netta convergenza verso la popolazione anziana. Se si decidesse di aumentare ulteriormente la spesa previdenziale si sbilancerebbe ulteriormente tale convergenza, sottraendo risorse alle giovani generazioni, che hanno già subito una decurtazione in termine di reddito rispetto a quelle precedenti. 

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