Reddito di Cittadinanza, le novità per il 2023

Reddito di Cittadinanza, pagamenti anticipati per il mese di febbraio 2022

Attraverso il via libera alla bozza preliminare della Legge di Bilancio 2023 in Consiglio dei Ministri, il governo ha introdotto una serie di novità a proposito del Reddito di Cittadinanza per il 2023, preparando il terreno per l’abolizione definitiva del sussidio, preannunciata fin da ora, a partire dal 2024. Indubbiamente, il RdC risulta essere una delle misure che sono state oggetto di uno degli interventi più importanti nella Legge di Bilancio 2023. Le modifiche apportate a partire dal 1° gennaio 2023 sono più di una. Prima fra tutte, i percettori che hanno tra i 18 e i 59 anni e sono abili al lavoro e senza disabili in famiglia, minori o persone a carico con almeno sessanta anni di età, potranno ricevere il beneficio nel limite massimo di otto mensilità, invece delle attuali diciotto rinnovabili.

Le principali modifiche nella versione preliminare della Legge di Bilancio!

Nella versione preliminare della Legge di Bilancio 2023 approvata dal Consiglio dei Ministri del 21 novembre 2022 si profila per la misura in questione una riprogettazione pregna di novità. Dal 1° gennaio 2023 il Governo ha previsto delle restrizioni sul sussidio, in modo particolare per chi è abile al lavoro. Il testo introduce, rispetto alle regole del RdC valide fino al 31 dicembre 2022, le seguenti modifiche, riportate dal sito Catania.liveuniversity.it: innanzitutto, come abbiamo già accennato, le persone tra 18 e 59 anni, abili al lavoro, ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni, hanno diritto al Reddito di Cittadinanza per un massimo di otto mensilità. Non più, quindi, a diciotto mensilità rinnovabili come è stato nel 2021 e nel 2022; poi c’è la decadenza dal sussidio al rifiuto già della prima offerta di lavoro congrua, e non più alla seconda; l’obbligo di residenza in Italia per tutti coloro che percepiscono il Reddito, pena la decadenza del sussidio; il via a un periodo di almeno sei mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale, obbligatorio per tutti coloro che percepiscono il RdC, pena decadenza; più controlli e nuovi incentivi per la ricollocazione dei percettori del sussidio.

Quando si decade dal Reddito di Cittadinanza?

Ovviamente ci chiediamo quando si perderà il Reddito di Cittadinanza nel 2023. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha enumerato i casi di decadenza dal Reddito di Cittadinanza secondo le nuove regole. In attesa di ulteriori specifiche, per ora è certo che si perderà subito il sussidio nei seguenti casi: se si rifiuti la prima offerta di lavoro congrua (e non più la seconda). Si precisa che si ritiene congrua l’offerta di un lavoro a tempo determinato o parziale, nonché la prima offerta di lavoro a tempo indeterminato, in una sede entro 80 km o 100 minuti di viaggio dal luogo di residenza; nel caso in cui non si rispetti l’obbligo alla formazione, alla riqualificazione o alla residenza in Italia. Nell’ottica di garantire il rispetto di questi criteri, il governo ha anche annunciato l’avvio di controlli serrati. Resta comunque l’obbligo, pena la decadenza, di svolgere lavori di pubblica utilità per conto del proprio Comune di residenza.

Novità sull’obbligo della formazione!

Come spiega il sito Finanza.com, i percettori del Reddito di Cittadinanza tenuti a sottoscrivere il Patto per il Lavoro ed il Patto per l’inclusione Sociale, dal 1° gennaio dovranno seguire obbligatoriamente un corso di formazione o riqualificazione professionale. Il Patto per l’inclusione Sociale è il percorso personalizzato che serve al reinserimento nel mondo del lavoro. Le persone che decidessero di non frequentare il programma di formazione assegnato, perderanno il diritto a continuare a ricevere il RdC. Spetterà direttamente alle Regioni trasmettere all’Anpal, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, tutti gli elenchi dei soggetti che non hanno rispettato questo obbligo. E dunque, per mantenere il contributo mensile, è indispensabile la frequenza del corso. È proprio l’aggiornamento professionale dei beneficiari del sussidio uno degli strumenti di politica attiva, che si pone l’obiettivo di favorire il reinserimento lavorativo attraverso la definizione di percorsi finalizzati. A tal fine si utilizzerà il Programma GOLGaranzia di Occupabilità dei Lavoratori, fulcro dell’azione di riforma delle politiche attive del PNRR. Uno dei problemi maggiori del RdC, a prescindere dalla sua indubbia utilità a livello di sussidio, è proprio quello della ricerca di un impiego e dell’inserimento dei soggetti coinvolti nel mondo del lavoro.

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