Processo civile, l’UNCC è contraria all’impianto della riforma

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L’Unione nazionale delle Camere civili (UNCC), l’associazione maggiormente rappresentativa degli avvocati civilisti italiani, all’esito dell’illustrazione delle proposte di riforma del processo civile avanzate dalla Commissione ministeriale, ha espresso attraverso un comunicato, che qui riportiamo, “la propria assoluta contrarietà all’intero impianto della manovra, finalizzato a ridurre i tempi dei processi, ma senza apportare alcun guadagno in termini di efficienza”.

La giustizia rinnegata!

Secondo tale comunicato, “le riforme proposte – nella parte in cui affidano alla magistratura onoraria gran parte del contenzioso che coinvolge i cittadini, riservando ai Tribunali ordinari soltanto le cause più “ricche” – violano l’eguaglianza davanti alla legge, rinnegando in tal modo il concetto stesso di giustizia. Allo stesso tempo, non ridurranno i tempi dei processi, perché si limiteranno a trasferire i ritardi dai Tribunali ai giudici di pace, che hanno già un arretrato di un milione di cause, e non sono neppure supportati da sistemi telematici”.

Oltre a ciò, “nella parte in cui attribuiscono alla discrezionalità dei giudici di stabilire, di volta in volta, la misura degli spazi da concedere alla difesa, le proposte violano la Costituzione, che consacra quella difesa come un diritto incomprimibile, e afferma come giusto soltanto quel processo che sia disciplinato dalla legge, senza margini di discrezionalità”.

“In sintesi, ancora una volta, si ipotizza di introdurre regole puramente formali che porteranno ad un’inutile discussione sulla forma per tutti quei processi che invece devono stabilire chi ha ragione e chi ha torto. L’UNCC ritiene che le ragioni e i diritti dei cittadini non devono essere condizionati né dalla loro ricchezza, né dalla discrezionalità dei giudici o dai suoi possibili abusi, e invita tutti coloro che saranno chiamati a trasformare in legge i progetti, e in primo luogo la Sig.ra Ministra, a non sacrificare il diritto di tutti ad avere una giustizia giusta”.

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