Pensioni, la ministra Catalfo pensa a quota 41?

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Sulle pensioni arriva la conferma nei confronti dei Sindacati da parte della ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo: quota 100 resterà in vigore fino alla naturale scadenza del 31 dicembre 2021. Si può supporre che la Catalfo stia pensando anche di varare quota 41. Come osserva il sito del quotidiano Libero, si estenderebbe così l’uscita anticipata per i lavoratori precoci a tutti i cittadini.

Si abbassa l’età per la pensione di vecchiaia?

Si dovrebbe, contestualmente, eliminare il secondo requisito che permette a costoro di uscire dal mondo del lavoro, cioè l’appartenenza a una categoria svantaggiata. Ne consegue, come scrive anche il Giornale, che una simile riforma abbasserebbe l’età della pensione di vecchiaia, attualmente fissata a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Riforma a costo zero!

Vista la curva demografica, un simile provvedimento potrebbe costare fino a 12 miliardi di euro in più per un Paese che spende il 16,7% previdenza e che, se vorrà accedere alle risorse del Recovery Fund, dovrà dimostrare un intento riformista per tenere le persone al lavoro e non, invece, allontanarle. Si fa allora strada l’idea della penalizzazione, ossia eliminare il calcolo di quota retributiva per coloro che hanno iniziato a lavorare prima della riforma Dini (1 gennaio 1996). Il costo di una simile riforma, in questo caso, scenderebbe a zero perché i pensionati incasserebbero quanto versato al lordo della rivalutazione.

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