Liquidazione statali, le novità sulla liceità dei ritardi

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Il 9 maggio pv la Corte Costituzionale si esprime sulla liquidazione dei dipendenti pubblici su questo tema particolare: è lecito pagarla con ritardi fino a sette anni? Come ricorda Il Messaggero e come riporta il sito internet tg24.sky.it, l’Inps in una memoria difensiva aveva espresso la propria opinione positiva. Gli avvocati dell’Istituto fanno leva sul prestito a tasso agevolato (1%) attivato in febbraio, che consente di avere un anticipo su tutta la somma.

Differenza fra Tfr e Tfs!

Oltre a ciò gli avvocati rilevano una distinzione fra Trattamento di fine servizio – Tfs – e Trattamento di fine rapporto, il Tfr. Il primo è pagato agli statali assunti fino al 31 dicembre 2000 ed è pari grosso modo all’80% dell’ultima retribuzione. Chi è stato assunto dal 2001, invece, percepisce il Tfr come nel privato: si tratta di una trattenuta mensile in percentuale allo stipendio. Ed è questo, spiegano i legali dell’Inps, che può essere soggetto alle stesse regole del settore privato. E dunque solo quest’ultimo potrebbe essere pagato subito, non il Tfs.

Un sostanzioso risparmio per lo Stato!

Sta alla Corte Costituzionale accettare o meno questa tesi. In caso di via libera si profila per lo Stato un sostanzioso risparmio. Da precisare che nessun lavoratore pubblico assunto con Tfr ha ancora chiesto la liquidazione (non hanno raggiunto ancora i requisiti necessari). Tuttavia, i legali di un iscritto al sindacato Confsal-Unsa ricordano come sia stata la stessa Corte Costituzionale nella sentenza 159 del 2019 a sottolineare la sostanziale sovrapposizione fra Tfs e Tfr. Secondo i giudici infatti entrambe le indennità accompagnano il lavoratore nella fase di uscita dal mondo del lavoro e sono “corrisposte al momento della cessazione dal servizio”.

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