Il sistema previdenziale italiano: analisi e prospettive

Approvato il bilancio preventivo 2018 dell’Inps

In attesa della presentazione del Settimo Rapporto su “Il Bilancio del Sistema Previdenziale italiano. Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza per l’anno 2018”, che analizza i dati economici e demografici dal 1997 al 2018, il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ha fornito alcune anticipazioni del contenuto nel dossier.

Il documento fornisce una visione complessiva del sistema previdenziale italiano con previsioni per gli anni successivi e per il medio-lungo periodo. Il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali ha segnalato che emergono indicazioni incoraggianti per la tenuta di un sistema pensionistico a ripartizione come quello italiano: il rapporto attivi/pensionati si è portato nel 2018 a 1,4505, miglior risultato da più di vent’anni.

Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale italiano

Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali e Michaela Camilleri su “Il Punto Pensioni &Lavoro” hanno segnalato che nel 2018 il numero dei pensionati è risultato il più basso degli ultimi 22 anni: 16.004.503. “Questo risultato è certamente un effetto congiunto, da un lato, della cancellazione di pensioni erogate in giovane età e che duravano da oltre 35 anni e, dall’altro, delle riforme degli ultimi 27 anni che stanno producendo effetti positivi sul sistema”, hanno precisato Brambilla e Camilleri.

Il numero dei lavoratori attivi regolari che pagano i contributi e le imposte è stato nel 2018 il più alto in assoluto, risultando pari a 23.214.949, superiore anche al record del 2008, ultimo anno positivo prima della grande crisi. Ne consegue che “il sistema pensionistico tiene e si rafforza perché il fondamentale rapporto tra attivi e  pensionati si porta a 1,4505, miglior risultato degli ultimi 22 anni”. Inoltre: “Al 31/12/2018 ci sono ancora circa 653mila prestazioni in pagamento da oltre 38 anni e circa 3,5 milioni da oltre 26 anni”.

Tenuta del sistema previdenziale

Dai dati forniti si possono trarre due indicazioni importanti per un sistema pensionistico a ripartizione come quello italiano: “la prima è che entrambi i dati segnano un record storico con l’occupazione ai massimi e i pensionati ai minimi; il secondo è che il rapporto tra occupati e pensionati, fondamentale per la tenuta del nostro sistema, ha toccato il livello di 1,4505, contro l’1,435 del 2017 e il 1,417 nel 2016  anche in questo caso siamo in presenza del miglior risultato di sempre, molto prossimo all’1,5 indicato nei precedenti Rapporti come soglia necessaria per la stabilità di medio lungo termine del sistema”.

Il rapporto attivi pensionati “vero”, cioè pensionati previdenziali su lavoratori attivi che versano i contributi, passa da 1,4505 a 1,94 se dal numero dei pensionati si sottraggono i titolari di assegni e pensioni sociali, pensioni di guerra e percettori di prestazioni di invalidità e indennità di accompagnamento per un totale di 3.723.945 pensionati totalmente o parzialmente assistiti e circa 280.000 delle 716.213 pensioni indennitarie, per un totale di 4 milioni. I dati nel complesso “certificano quindi la tenuta del sistema, almeno fino al 31 dicembre 2018: ancora da valutare però l’impatto di Quota 100 sia sul numero complessivo dei pensionati sia sul delicato e fondamentale rapporto attivi/pensionati”, hanno precisato Brambilla e Camilleri.

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