Il futuro delle pensioni nell’analisi di Confcooperative

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Quale futuro per le pensioni? Il Lavoro e le pensioni future sono al centro del focus Censis Confcooperative: “Millennials, lavoro povero e pensioni: quale futuro?”. Il lavoro e la pensione sono un binomio inscindibile. Il ritardo nell’ingresso del mondo del lavoro, la precarietà lavorativa e la discontinuità contributiva, oltre che la bassa restribuzione, sono fattori che potrebbero rendere il futuro scenario previdenziale decisamente fosco.

La tenuta sociale del Paese potrebbe essere compromessa dall’ingresso di nuove condizioni di povertà. La previdenza complementare non potrà fungere da secondo pilastro pensionistico per l’incapacità economica di accedere ad essa. Questo è lo scenario che è stato delineato nel dossier di Censis Confcooperative: se non si trovano delle strategie per invertire la tendenza in corso, entro il 20150 in Italia si conteranno tra i nuovi poveri 5,7 milioni di lavoratori.

Il lavoro non è sempre sufficiente.

Data la qualità del lavoro attualmente disponibile, lo svolgere un’attività lavorativa potrebbe non bastare a costruire una pensione dignitosa. Secondo lo studio di Censis Confcooperative, 171.000 giovani sono sottoccupati, 656.000 hanno un contratto part-time involontario e 415.000 sono impegnati in mansioni non qualificate.

Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative ha chiesto al nuovo Esecutivo d’impegnarsi sui temi del lavoro e delle pensioni, che sono delle vere e proprie emergenze. L’obiettivo che si deve raggiungere, per Gardini, è quello della realizzazione di un patto intergenerazionale per garantire ai giovani le stesse opportunità che hanno avuto i loro padri. Ciò andrebbe realizzato “per il bene comune del paese”. Si assiste, infatti ad una vera e propria “discriminazioni tra generazioni”. Basti pensare che il confronto fra la pensione di un padre e quella ipotizzabile del proprio figlio presenta un divario del 14,6%. 

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