Giustizia, le ultime novità su dei referendum a rischio

Riforma della giustizia: in arrivo 27.000 assunzioni nella Pa

Il destino dei referendum sulla giustizia è oggi come oggi alquanto precario. Come riporta il sito de Il Riformista, l’aver trasformato la campagna per la raccolta delle firme in una diatriba sulla democrazia diretta e sulla partecipazione popolare non sarà forse dimenticato facilmente dalla pubblica opinione. La scelta di non procedere al deposito delle sottoscrizioni in Cassazione e l’aver affidato la celebrazione dei referendum alla richiesta di cinque Consigli regionali di centro destra è un colpo alle chance di raggiungere il quorum di partecipazione al voto primaverile del 2022 del 50% degli aventi diritto.

Comunque le speranze di quanti contavano in un’accesa campagna referendaria per poter sviluppare un dibattito più ampio sulle questioni della giustizia da canalizzare, poi, nelle aule parlamentari a prescindere dalla sorte dei quesiti, rischiano una grande delusione. Se si affievoliscono i margini di vittoria del fronte del sì, è consequenziale che la scelta di molti sarà sommergere il tutto nel silenzio. Eppure la stessa Associazione nazionale magistrati si era detta disponibile al confronto, anticipando l’intenzione di rendere il proprio punto di vista ai cittadini in una campagna informativa capillare.

L’eventualità di un flop alle urne!

Questa sarebbe stata un’oopportunità importante di confronto per tastare il polso ai sentimenti e alle opinioni della gente. L’idea di un flop alle urne potrebbe smorzare ogni entusiasmo da una parte come dall’altra e far mancare al Parlamento l’occasione per riprendere in mano il fil rouge delle riforme sulla giustizia, al momento paralizzato dalle esigenze del Pnrr e dall’iniziativa governativa per darvi sfogo.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore