Di Maio attacca le banche: sistema arrogante, deve pagare

Di Maio attacca le banche: sistema arrogante, deve pagare

Banche, le ultime news di Di Maio. Nuovo, pesante, attacco dal M5S alle banche mentre nel governo il ministro dell’economia Giovanni Tria frena sulla possibilità, promossa soprattutto dalla Lega, di una moratoria della riforma delle Bce.

Tale riforma era stata varata dall’esecutivo Renzi e oramai sul punto di decollare. In Calabria per visitare l’azienda dell’imprenditore Nino De Masi, il ministro dello sviluppo e del lavoro Luigi di Maio ha criticato il comportamento di Mps nella vicenda che ha portato al fallimento dell’impresa per poi allargare il discorso al comparto bancario nella sua interezza.

Di Maio si esprime in maniera dura sulle banche: promette che pagheranno la loro arroganza!

Il sistema bancario la deve pagare, ha detto Di Maio perché a suo dire ha avuto un atteggiamento arrogante infischiandosene dei risparmiatori e dello Stato ed è stato protetto da ambienti politici sia in questa regione che a livello nazionale. Sempre a detta di Di Maio per sostenere le imprese bisogna ridurre l’arroganza di certe organizzazioni, quelle illegali e anche di alcune legali.

Parole dette certamente in un contesto difficile, ma che arrivano dopo che nei giorni scorsi, all’assemblea dell’Abi il presidente Antonio Patuelli ha ribadito l’importanza per l’Italia di partecipare maggiormente alle scelte della Ue altrimenti a suo dire potrebbe finire nei gorghi di un nazionalismo mediterraneo molto simile a quelli sudamericani.

Un argomento giù usato in altre occasioni da Patuelli ma che sono state lette da molti in relazione a certe affermazioni e progetti della maggioranza in chiave anti euro (il leghista Borghi presidente della commissione bilancio della Camera aveva addirittura criticato via twitter Patuelli dalla platea dell’assemblea) seppure esclusi più volte sia dal premier Giuseppe Conte che dal ministro Tria.

Dall’Abi oggi non si commentano le parole di Di Maio né altri riflessioni arrivano da ambienti bancari che, per prassi, evitano di contrapporsi alle dichiarazioni di componenti del governo o della politica (specie se come in questo caso generiche) preferendo semmai commentare o contrastare specifici atti o misure legislative e normative.

Quello che si raccoglie in queste settimane fra banchieri e operatori è semmai la preoccupazione che la risalita dello spread e la caduta della Borsa possa tornare in maniera improvvisa se ci saranno strappi e fughe in avanti sulla tenuta dei conti pubblici.

Turbolenze che indebolirebbero gli istituti bancari di fronte a una ripresa economica in rallentamento, come certificato sia dall’Fmi che dalla Banca d’Italia nei giorni scorsi.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore