Caso “cartella pazza”, annullata da un giudice diventa comunque esecutiva

Le cartelle si rottamano online con il servizio “Faidate” di agenzia delle Entrate-Riscossione

Un tipico esempio di “cartella pazza” quella che dopo essere stata annullata da un giudice, diventa comunque esecutiva. Eppure gli avvocati Antonio Tanza e Daniele Imbò di Adusbef avevano ottenuto una vittoria davanti al giudice di pace, impugnando una cartella esattoriale inviata ad un contribuente via Pec. L’attuale normativa prevede la possibilità di notificare atti legali, tra cui le cartelle esattoriali, a mezzo di posta elettronica certificata, la c.d. PEC, ma questa deve possedere determinati requisiti previsti dalla legge.

Il giudice annulla la cartella, ma l’agente di riscossione agisce comunque.

La cartella esattoriale è nulla se viene notificata con posta elettronica certificata (Pec) senza tutti i requisiti previsti dalla legge. A stabilirlo il giudice di Pace di Lecce, che ha accolto ricorso di un contribuente che, vistosi notificare un documento sulla posta elettronica, si è rivolto agli avvocati Antonio Tanza e Daniele Imbò di Adusbef, che hanno impugnato la cartella esattoriale.

Il giudice di Pace di Lecce, Giuseppe Paparella, ha affermato la nullità della cartella per vizi di notifica, poiché la normativa di settore prevede la possibilità della notifica con posta elettronica certificata ma nel rispetto di alcune regole, che l’atto sia firmato digitalmente e che sia notificato unitamente e contestualmente alla relata di notifica anch’essa firmata digitalmente.

La cartella esattoriale via Pec è nulla se non rispetta i requisiti di legge.

Tali formalità non sono state osservate dall’agente di riscossione e, quindi, la cartella è stata annullata. La sentenza è stata emessa il 29 dicembre 2017, ma a luglio scorso l’agente della riscossione ha notificato il preavviso di fermo amministrativo all’auto del contribuente.

Anche questo atto è stato impugnato per evidente nullità, poiché fondato su una cartella esattoriale annullata e si profila un’altra battaglia giudiziale contro una tipica “cartella pazza”. Secondo l’avvocato Imbò siamo davanti una vera e propria ingiustificata vessazione.

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