Approvato il decreto “Milleproroghe”: le novità

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Il Consiglio dei Ministri  tenuto sabato 21 dicembre 2019, alle ore 11.25 a Palazzo Chigi ha approvato il decreto-legge: “Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica”, che introduce disposizioni in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni e di innovazione tecnologica.

Le disposizioni approvate prevedono, tra le altre disposizione, la proroga al 31 dicembre 2021 della transizione verso il mercato libero dell’energia, l’estensione al 31 dicembre 2021 dei termini per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, la proroga fino al 31 dicembre 2020 del cosiddetto “bonus verde” sulle spese sostenute per gli interventi di sistemazione di giardini, terrazze e parti comuni di edifici condominiali, il rinvio al 31 luglio 2020 dell’adeguamento delle tariffe autostradali, la proroga della durata di stati di emergenza già dichiarati e della scadenza della presentazione di atti relativi alle quantificazioni dei danni subiti a causa di calamità naturali.

Concessioni autostradali nel decreto “Milleproroghe”

Una delle norme più discussa del decreto-legge è stata quella della revoca delle concessioni autostradali. “Se il tema è revocare la concessione di Autostrade per la vicenda del ponte Morandi se ne discuta con la maggioranza e poi si porti la questione in Parlamento”, ha dichiarato il deputato di Italia Viva Luciano Nobili, nel corso del Consiglio dei Ministri. L’Aiscat, Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori ha annunciato battaglia. “Aiscat esprime sconcerto e incredulità per l’art. 33 contenuto nel DL Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei Ministri, che sembra inficiato da forti dubbi di incostituzionalità, peraltro già individuati dal TAR Liguria nel decreto Genova ed in netto contrasto con le previsioni del diritto europeo”.

Aiscat:” Lesione dello Stato di diritto”

“Tale norma”, per Aiscat, “genera una gravissima lesione dello Stato di diritto, in quanto modifica per legge e in modo unilaterale i contratti in essere tra lo Stato e i concessionari autostradali. Il provvedimento rischia di provocare conseguenze estremamente gravi nei confronti di diverse società concessionarie, in particolare di quelle quotate in Borsa. In particolare verrebbero messe in seria difficoltà le linee di credito delle società concessionarie e, di conseguenza, l’operatività delle medesime, generando enormi e immediati problemi nella gestione delle Infrastrutture autostradali e addirittura mettendo a rischio la stessa sopravvivenza delle società”.

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