Amnistia: l’appello dei paesi europei all’Ue per far fronte all’emergenza Covid nelle carceri

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Tante le autorevoli personalità di 14 Paesi europei che rivolgono il loro appello alle istituzioni europee di promuovere l’amnistia per far fronte alla pandemia del Covid 19 nelle carceri. Il loro monito è rivolto ai Presidenti delle istituzioni europee affinché invitino gli Stati membri a concedere un’ampia ed urgente amnistia alle persone private della libertà personale, a partire dai più vulnerabili come donne incinte, anziani, minori e handicappati per sottrarli al rischio del contagio a cui la promiscuità di questi luoghi li espone per sottrarli al rischio del contagio da Covid.

Tanti nomi del panorama europeo si uniscono all’appello nato da una proposta del Partito Radicale

Tanti quindi i paesi europei e le personalità che hanno rivolto l’appello all’Ue per esortare gli Stati membri a concedere un’amnistia per arginare l’emergenza Covid in carcere. La richiesta nasce da una proposta di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale. Prima firmataria è Elisabetta Zamparutti, Tesoriera di Nessuno tocchi Caino, con Rita Bernardini, Presidente, Sergio d’Elia, Segretario, Maurizio Turco, Segretario del Partito Radicale, Irene Testa, tesoriera e Maurizio Bolognetti, membro del Consiglio generale del PR. L’iniziativa è stata appoggiata da 54 firme provenienti da 14 paesi, tra cui giuristi e parlamentari.

Tra gli altri, i francesi Jean Marie Delarue, ex Garante nazionale dei luoghi di privazione della libertà personale, Vincent Delbos, magistrato, Jean- Paul Costa, ex Presidente della Corte europea per i diritti dell’uomo, Ingrid Betancourt politica e scrittrice, Pascal Lamy, Presidente emerito dell’Istituto Jacques Delors ed ex Commissario europeo, il senatore André Gattolin, insieme allo spagnolo Alvares Gil Robles, primo Commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa, ai belgi Marc Nève, Presidente del Consiglio centrale di sorveglianza degli istituti penitenziari, Françoise Tulkens, ex vicepresidente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e Philippe Mary, professore a l’ULB, esperto di carcere.

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