Tempi di pagamento della Pa alle imprese tornano ad essere i più lunghi e le imprese perdono 30 miliardi

Tempi di pagamento della Pa alle imprese tornano ad essere i più lunghi e le imprese perdono 30 miliardi

Tempi di pagamento della Pa alle imprese tornano ad essere lunghi. La Cgia ha segnalato che i tempi di pagamento della Pubblica amministrazione che privano le imprese di 30 miliardi di euro tornano ad aumentare in Italia.

L’associazione ha evidenziato che nel 2018 la media dei tempi è salita a 104 giorni. Nel 2017 il compenso veniva corrisposto dopo 95 giorni dall’emissione della fattura, contro i 30 stabiliti dalla normativa europea. Nessun’altra P.a. nell’Ue salda i debiti commerciali in tempi così lunghi.

Tempi di pagamento della Pa alle imprese tornano ad essere i più lunghi.

Dal 2015  vi è lo split payment, che obbliga le amministrazioni centrali dello Stato e dal 1° luglio 2017 anche le aziende pubbliche controllate dallo stesso a trattenere l’Iva delle fatture ricevute e a versarla direttamente all’erario. L’obiettivo è di evitare che una volta incassata l’Iva dal committente pubblico, le aziende fornitrici non la versino al Fisco.

Come dichiarato da Paolo Zabeo, della Cgia, gli enti pubblici continuano a liquidare i propri fornitori con ritardi mettendo in seria difficoltà specialmente le imprese di piccola dimensione che, sono sottocapitalizzate e a corto di liquidità.

Ha aggiunto Zabeo, sebbene da almeno tre anni chi lavora per il pubblico ha l’obbligo di emettere la fattura elettronica, il sistema informatico messo a punto dal ministero dell’Economia non è in grado di stabilire a quanto ammonti complessivamente il debito commerciale della P.a. Paolo Zabeo la definisce una situazione surreale.

La Commissione europea, nel dicembre 2017, ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Ue per il mancato rispetto delle disposizioni europee contro i ritardi di pagamento. Da quanto riportato dagli ultimi dati della Banca d’Italia sul 2017, i debiti commerciali della Pubblica amministrazione italiana sarebbe sceso da 64 a 57 miliardi di euro.

E in attesa che il Ministero Tesoro riesca a stabilirli con esattezza, si stima, al netto della quota riconducibile ai ritardi fisiologici, ovvero entro i 30/60 giorni, che le imprese fornitrici vanterebbero circa 30 miliardi di crediti dalla Pubblica Amministrazione.

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