Riforma pensioni, spunta sul tavolo una nuova ipotesi: quota 100 “aziendale”

Riforma pensioni, spunta sul tavolo una nuova ipotesi: quota 100 “aziendale”

Manca poco meno di un mese dal varo della Legge di bilancio, gli esperti delle due forze di maggioranza Lega-M5S sono al lavoro per trovare le coperture finanziarie per attuare le principale misure previste nel contratto di governo. Secondo alcune indiscrezioni circolate stanno pensando all’introduzione di una “quota 100” che preveda il coinvolgimento diretto delle aziende.

Come viene riportato su Il sole 24 ore,  gli strumenti su cui stanno ragionando i tecnici riguardano i fondi di solidarietà già attivi in diversi settori come il credito, le assicurazioni, il trasporto pubblico o il “fondo Tris” del settore chimico-farmaceutico.

Riforma pensioni: quota 100 attraverso l’attivazione dei fondi di solidarietà e di esubero.

Come viene spiegato su il quotidiano economico il Sole 24 ore, con questi fondi, alimentati da un contributo dello 0,5% per due terzi a carico delle aziende, si potrebbero anticipare fino a 5 anni le uscite. Le aziende che scegliessero di partecipare a “quota 100” finanziando le uscite anticipate dovrebbero però impegnarsi ad assumere giovani lavoratori.

Per alcune realtà, i pre-pensionamenti con i fondi aziendali non sono una novità assoluta. Il maggior numero di casi riguarda il settore creditizio, dove si calcolano più di 65 mila lavoratori – diventati in esubero – in pensione fino a 5 anni prima dell’età pensionabile. Questi numeri si riferiscono agli ultimi 15 anni come pubblicato in un approfondimento del Sole 24 Ore.

Proponendo alle aziende l’applicazione di quota 100, il governo andrebbe a risparmiare sulle risorse economiche necessarie per avviare la Quota 100 con limite 62 anni e 38 di contributi. Nell’articolo di approfondimento pubblicato su il sole 24 ore, parla che attualmente sono una dozzina di fondi di solidarietà operativi e al Fondo di integrazione salariale (Fis) e a cui sono obbligatoriamente iscritti tutti i datori di lavoro con più di 5 addetti, risultano iscritti tra i sei e i sette milioni di lavoratori.

Dunque, secondo il Sole 24 ore sarebbe proprio questa la prima platea di potenziali candidati della “quota 100” aziendale. A questi fondi, possono essere aggiunti successivamente i fondi interprofessionali attivati nel 2003 per finanziare la formazione e l’aggiornamento professionale dei lavoratori.

Sono una ventina, sono sostenuti da un contributo dello 0,3% dai datori di lavoro che nel 2015, ultimo dato disponibile, ha garantito un gettito di circa 950 milioni di euro. Anche queste risorse potrebbero rientrare in parte nell’operazione di co-finanziamento di “quota 100” per alcune categorie.

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