Riforma pensioni, rinvio di quota 41 e nuova ipotesi quota 100!

Riforma pensioni, rinvio di quota 41 e nuova ipotesi su quota 100!

Nella Nota di aggiornamento del Def non viene fatto nessun riferimento alla possibilità di andare in pensione dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Dunque, sarà rinviata quasi sicuramente al 2020 la discussione sulla quota 41. Costi troppo alti per includerla gia in questa manovra.

“Quota 41” è un’opzione a favore dei lavoratori “precoci”, ovvero di coloro che hanno iniziato a lavorare molto precocemente e per i quali la “quota 100” sarebbe gravosa. Mattei Salvini ha dichiarato “non ci sarà ‘quota 41’ già da quest’anno, non abbiamo la bacchetta magica: i tempi sono per l’anno prossimo, abbiamo 5 anni davanti”. Allo studio del governo, al momento, i requisiti precisi per introduzione della Quota 100.

Riforma pensioni, introduzione di Quota 100 con limite di 62 anni e 38 di contributi, con divieto di lavoro e cumulo dei contributi.

Secondo quanto trapelato, la nuova misura previdenziale per il superamento della Legge Fornero, la cosidetta quota 100, che consente di lasciare il lavoro a 62 anni di età e 38 anni di contributi potrebbe contenere il divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro e divieto del cumulo gratuito dei contributi. S

Non è ancora chiaro al momento se il divieto sarà totale o prevederà un meccanismo di penalizzazione. Per chi esce dal mondo del lavoro con la quota 100 a 62 anni di età e 38 di contributi, potrebbe essere anche completamente vietato intraprendere attività autonome o a anche da dipendente per arrotondare la pensione.

Nella nota di aggiornamento al Def si legge che l’esecutivo «ritiene altresì necessario intervenire sul sistema pensionistico così come delineato dall’ultima riforma, che limita il fisiologico turnover nelle risorse umane impiegate, anche allo scopo di rinnovare le competenze necessarie all’innovazione. Si introdurranno pertanto nuove modalità di accesso al pensionamento anticipato».

In merito all’introduzione di quota 100 c’è chi vorrebbe che l’uscita dal lavoro sia garantita ogni volta che si raggiunge la somma 100; altra invece spiegano che ciò sarebbe troppo costoso e i 7 miliardi previsti non basterebbero.

Il paletto più probabile sembra essere quello di bloccare il requisito contributivo a 38 anni, escludendo le altre opzioni ma consentendo la possibilità di andare in pensione con quote superiori a 100. Ad esempio, un lavoratore che ha 60 anni e 40 anni di contributi dovrà aspettare i 62 anni per andare in pensione. Anche un lavoratore che ha 64 anni e 36 anni di contributi dovrà aspettare i 66 anni e avere 38 anni di contributi.

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