Riforma pensioni, le ultime novità ad oggi 4 settembre su Quota 100

Riforma pensioni: spunta nuova ipotesi di quota 100 modulare in legge di bilancio

Due nuove ipotesi sono spuntate per introdurre Quota 100 nella prossima Legge di Bilancio mantenendo i costi ragionevoli per i conti pubblici. E’ il noto quotidiano economico Il Sole 24 Ore in un articolo pubblicato a fare il punto della situazione in merito alla quota 100 che prevede l’uscita dal mondo del lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge il valore 100.

Pensioni, le due nuove opzioni per introdurre quota 100 in legge di bilancio.

Il Governo dovrà prendere una decisione, in vista della nota di aggiornamento del Def, sui provvedimenti che dovranno essere inseriti all’interno della prossima legge di bilancio. I tecnici del Mef sono al lavoro per vagliare tutte le ipotesi. Secondo alcune voci si potrebbero destinare a questa misura dai 2 ai 2,5 miliardi.

Secondo Il Sole 24 Ore, questa misura avrebbe un costo di circa 7 o 8 miliardi nel caso in cui non vi fosse alcun limite anagrafico di accesso e sarebbe rivolta a tutti.

Come spiegato da Il sole 24 ore, due sarebbero le opzioni in campo per introdurre la quota 100. Da un lato, quota 100 si configurerebbe come strumento per la gestione degli esuberi, così da rendere modulabile sia l’età anagrafica sia i contributi richiesti per lasciare il posto di lavoro. Dall’altra parte, quota 100 assumerebbe un ruolo decisivo nel consentire ad un numero maggiore di persone di accedere al pensionamento, rivolgendosi a determinate categorie di lavoratori oppure fissando i paletti a 64 anni di età e 36 di contributi.

Nel contratto di governo firmato dalla Lega e M5s c’è l’impegno a provvedere all’abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla riforma delle pensioni Fornero, stanziando 5 miliardi per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse.

Le risorse destinate al provvedimento quota 100 sarebbero nell’ordine dei 2-2,5 miliardi di euro, una cifra più bassa rispetto ai 3-3,5 miliardi citati da Alberto Brambilla nel dossier sulle pensioni realizzato a nome di Itinerari Previdenziali. La differenza che manca verrebbe recuperata dal parziale stop dell’Ape sociale, come viene sottolineato su Il Sole 24 Ore.

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