Reddito di cittadinanza, rigidi paletti sugli stranieri e sanzioni per chi lavora in nero!

Reddito di cittadinanza, ecco i requisiti per ottenere il sussidio!

La commissione Lavoro in Senato sta esaminando gli emendamenti presentati per la modifica del testo che contiene le due misure chiavi del governo Lega-M5S, ovvero Reddito di cittadinanza e quota 100. Per quanto concerne il reddito di cittadinanza per gli stranieri extracomunitari, la commissione ha approvato un emendamento della Lega che vincola l’accesso al sussidio alla presentazione di “certificazione” di reddito e patrimonio e del nucleo familiare rilasciata dallo Stato di provenienza, che deve essere “tradotta” in italiano e “legalizzata dall’Autorità consolare italiana”. Sono esentati dalla presentazione del certificato i rifugiati politici e chi proviene da Paesi dai quali non è possibile ottenere la certificazione. Il ministero del Lavoro avrà a disposizione tre mesi per stilare la lista di questi Paesi.

Per richiedere il beneficio, oltre ai requisiti fiscali e a quelli legati alla residenza in Italia, bisognerà avere anche la presenza di un familiare in possesso di un permesso di soggiorno. Nella nuova formulazione dell’emendamento della Lega viene però specificato che il familiare può essere il coniuge o il partner con un’unione registrata. In alternativa si può trattare dei figli minori di 21 anni o degli ‘ascendenti’ del coniuge o del partner.

Reddito di cittadinanza, in arrivo sanzioni per chi lavora in nero

Tra gli emendamenti in esame alla Commissione Lavoro in Senato anche quello della Lega, in merito all’impiego ‘in nero’ dei beneficiari del reddito di cittadinanza dove le maxisanzioni incrementate del 20% contro il lavoro nero, già previste in caso di impiego di lavoratori stranieri irregolari e di minori in età non lavorativa. Via libera anche alla modifica che estende la decadenza del reddito al nucleo dove ci sia un lavoratore co.co.co per il quale non siano state inviate le comunicazioni obbligatorie.

Reddito di cittadinanza, commissione lavoro in Senato approvato emendamento anti-furbetti del divorzio

La Commissione lavoro in Senato ha approvato anche la proposta della Lega che prevede che “se la separazione o il divorzio è avvenuta successivamente alla data del 1 settembre 2018” per poter ottenere il reddito di cittadinanza “il cambio di residenza deve essere certificato da apposito verbale della polizia locale“ .

Inoltre, è stata approvata anche la proposta che stabilisce che per richiedere il beneficio i requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno devono essere cumulativi. Un’altra importante modifica è attesa, quella che riguarda i disabili che dovrebbe arrivare alla Camera, dove la Lega spinge per 400 milioni in più per ampliare la platea del reddito (in realtà 373 milioni il primo anno, 460 milioni dal secondo). Ma per ottenere ciò si dovrebbe cambiare la scala di equivalenza (ogni 0,1 in più costa 80 milioni) con cui viene calcolato l’assegno e trovare le coperture.

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