Reddito di cittadinanza 2019, il punto del presidente delle Acli, Roberto Rossini

Reddito di cittadinanza 2019, il punto del presidente delle Acli, Roberto Rossini

Il presidente delle Acli, Roberto Rossini ha rilasciato un’intervista a Repubblica dove ha parlato del Reddito di cittadinanza, la nuova misura destinata a tutte le persone che abbiano redditi (da lavoro o pensione) troppo bassi e dunque al di sotto della soglia di povertà stabilita dall’ISTAT, di 780 euro. Il decreto contenente le due misure cardine del governo Lega-M5S, ovvero quota 100 e Reddito di cittadinanza, sarebbe dovuto arrivare questa settimana ma è stato rimandato il tutto.

Rossini: “Per combattere la povertà assoluta il Rei era più adeguato”

La nostra esperienza per la partenza del Rei“, ha spiegato Roberto Rossini a Repubblica, “ci dice che queste cose richiedono tempi non sempre brevi, perché l’architettura istituzionale di un Paese come il nostro è ovviamente complessa. Vediamo…“. In merito alle risorse a disposizione sufficienti per far fronte al problema della povertà in Italia, il presidente delle Acli ha spiegato che “le risorse sono davvero notevoli, noi – fino all’anno scorso – dicevamo che per coprire tutte le persone in povertà assoluta occorressero poco più di 5 miliardi, con il Rei. Qui se ne prevedono circa 6 quindi sarebbe possibile. Chiaro che il RdC non è il Rei, pertanto va ricalibrata la cifra. In sintesi, per il Rei sì, per il RdC forse sono ancora pochi“.

Il presidente delle Acli, Roberto Rossini ha poi parlato delle differenze tra il reddito di inclusione del precedente governo e il reddito di cittadinanza: “Le novità concernono il rapporto di lavoro, che nel RdC rappresenta il vero perno attorno a cui gira tutto il sistema. Nel Rei, invece, si puntava sulla muldimensionalità della povertà. In altre parole, se si è poveri non è solo per mancanza di lavoro, e quindi vanno considerate anche altre condizioni, dalla situazione della famiglia, alle possibili dipendenze, ai problemi debitori, quelli sanitari e quant’altro generi povertà. È vero – ha aggiunto – che anche nel RdC c’è un percorso che tiene in considerazione questi casi, ma è più residuale rispetto all’impianto laburista. La questione è capire se funziona una misura unica che tiene insieme la lotta alla povertà con le politiche attive del lavoro“.

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