Massimo Battaglia, segretario generale della Confsal Unsa, in una recente intervista a Rai Radio Uno, riportata dal sito Tecnicadellascuola.it, ha ricordato che allo stato attuale “chi nel pubblico impiego esce con ‘Quota 100’ deve aspettare per ottenere la liquidazione sette anni”: cinque anni per arrivare a 67 di età, più il biennio ulteriore che devono attendere tutti.
Per porre un rimedio al problema, il Governo vuole introdurre l’anticipo del Tfs-Tfr fino a 45.000 euro, usando il sistema del prestito bancario agevolato. Tuttavia Battaglia sostiene che questa non è la soluzione utile a ridurre la lunga attesa: “I lavoratori del pubblico che vanno in pensione hanno diritto alla liquidazione, non a un prestito bancario sui cui bisogna comunque pagare interessi. Alcune banche già lo fanno all’1% e scendere è difficile”.
Una sentenza della Consulta!
Il sindacalista inoltre ribadisce che da qualche tempo si parla dell’esigenza di adottare un’equiparazione tra il pubblico impiego e il lavoro privato, che garantisce la liquidazione immediata. E sottolinea: “c’è una sentenza della Consulta che ha invitato il Governo a risolvere la questione con una legge, non basta un prestito bancario”. E il Governo? Attraverso il viceministro all’Economia, Antonio Misiani, si dice pronto a “costruire un sistema pensionistico che vada al di là della Fornero con un meccanismo più equo e anche più sostenibile dal punto di vista finanziario di quanto non sia stata Quota 100”.