Pace Fiscale: dilazione allungata a 5 anni per le cartelle e ravvedimento operoso straordinario

Pace Fiscale: dilazione allungata a 5 anni per le cartelle e ravvedimento operoso straordinario

Il provveddimento della misura della cosiddetta “pace fiscale”, secondo il noto quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”, partirà in tre tempi e che porterà discreti vantaggi per i contribuenti, soprattutto in confronto ai precedenti provvedimenti di questo genere varati dagli ultimi governi Pd, ovvero  delle rottamazioni delle cartelle.

Per le cartelle dilazione allungata a 5 anni.

Come si legge su Il sole 24 ore: “sulle liti pendenti si punta a rivedere il meccanismo dell’ultima sanatoria 2017, della quale non sono stati mai diffusi i risultati di adesione e del gettito. La leva per dare più appeal è consentire a chi ha già vinto in primo o secondo grado uno sconto più sostanzioso. L’ipotesi sul tavolo è forfettizzare la riduzione che potrebbe arrivare a dimezzare l’importo dovuto per chi ha già vinto in primo grado e a limitare l’esborso per definire la lite al 20% delle maggiori imposte richieste dal secondo grado.”.

Nella nuova misura dovrebbero rientrare tutti i carichi pendenti dei cittadini, affidati al concessionario per la riscossione fino a tutto il 2018. Per i carichi degli anni passati, si tornerebbe a proporre sconti e cancellazione delle sanzioni e interessi, ma dando tempo fino a 5 anni per rientrare agli indebitati. Infatti uno dei punti che più hanno fatto fare retromarcia ai contribuenti che erano stati allettati dalle precedenti rottamazioni delle cartelle era proprio il fatto che il debito andava estinto in massimo 5 rate e in massimo 2 anni di tempo.

Sul sito dell’Ipsoa viene riportato che nella manovra, la pace fiscale potrebbe dividersi in tre segmenti. “Il primo includerebbe la definizione delle cartelle esattoriali e le liti pendenti in contenzioso. Il secondo riguarderebbe le liti potenziali, con una previsione di sanatoria specifica per chi, alla data di entrata in vigore della legge, avrà una contestazione del Fisco già notificata e formalizzata, ma non ancora impugnata. La terza ipotesi, quella più originale, interessante e veramente innovativa, prevedrebbe un ravvedimento operoso “straordinario”: una possibilità di integrare gli imponibili non dichiarati per le annualità ancora accertabili (dal 2013 al 2016), applicando un’aliquota sostitutiva flat del 20% su tutti i redditi integrati e fatti emergere. Ma non è esclusa l’ipotesi di applicare un’aliquota minore.”.

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