Orari di chiusura dei negozi, i Comuni non possono imporli: una sentenza della Cassazione

Coronavirus, le regioni a rischio zona gialla nel mese di settembre 2021

La Corte di Cassazione si è espressa a fronte di un ricorso presentato dal titolare di un esercizio commerciale, sanzionato per non avere rispettato gli orari di chiusura stabiliti da un regolamento comunale. La Corte di Cassazione gli ha dato ragione affermando che, in materia di tutela della concorrenza, sono illegittime le disposizioni normative adottate dagli enti locali in materia di regolazione degli orari degli esercizi commerciali.

Nella sentenza sono richiamate anche decisioni adottate dalla Corte costituzionale che, in più occasioni, ha dichiarato l’incostituzionalità di disposizioni normative regionali con le quali sono state introdotte limitazioni all’attività commerciale, ponendosi in contrasto con le disposizioni del “decreto Salva Italia” (d.l. 201 del 2011) e del “decreto Bersani” (d.l. n. 223 del 2006), ai per i quali le attività commerciali sono svolte senza limiti e prescrizioni, anche concernenti l’obbligo della chiusura. Le limitazioni degli orari degli esercizi commerciali, infatti, verrebbero a intervenire nella disciplina delle modalità di apertura degli esercizi commerciali, ascrivibile alla tutela della concorrenza, invadendo così una competenza esclusiva dello Stato.

Il Sindaco può adottare provvedimenti!

Ovviamente rimane salvo il potere del Sindaco di adottare ordinanze “contingibili e urgenti” con le quali imporre eventualmente orari di chiusura per la tutela di altri valori costituzionalmente rilevanti, come la salute o la sicurezza. Tuttavia queste misure, in virtù della loro eccezionalità, sono limitate nel tempo e devono essere sostenute da una individuazione, adeguatamente sostenuta, delle situazioni di fatto dalle quali potrebbe derivare la lesione di interessi pubblici.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore