Lavoratori distaccati, l’Unione europea approva la riforma

Lavoratori distaccati, l'Unione europea approva la riforma

Nei giorni scorsi il Parlamento europeo ha approvato, a grande maggioranza (con 456 voti favorevoli, 147 voti contrari e 49 astensioni), la riforma sui lavoratori distaccati. A riforma approvata, i paesi membri dell’unione hanno due anni di tempo per recepire la direttiva nel proprio diritto nazionale. Ma di cosa si tratta? Vediamolo nel dettaglio.

La riforma sui lavoratori distaccati va a normare quelle situazioni in cui una società invia un proprio dipendente a svolgere il lavoro in un altro Stato dell’Unione, versando i contributi nel paese d’origine. I problemi sono sorti con l’allargamento dell’Unione europea ai paesi dell’Est, che hanno un costo del lavoro più basso. Questi paesi sono stati accusati di dumping sociale inviando i propri lavoratori nei paesi in cui i salari sono più alti, creando in questo modo una sleale concorrenza tra imprese multinazionali.

Il fenomeno dei lavoratori distaccati non è irrisorio, e per questo vi era urgenza di una normativa che lo regolasse. Secondo alcune statistiche, questo fenomeno è aumentato del 69% dal 2010 al 2016, anno in cui i lavoratori distaccati nell’Unione europea sono arrivati ad essere ben 2,3 milioni.  In Italia ci sono 61.321 lavoratori distaccati provenienti dalla Germania, dalla Francia e dalla Spagna, ma ha rilevanza anche il fenomeno inverso: l’Italia ha inviato all’estero 114.515 lavoratori, in particolar modo in Francia, Germania e Svizzera.

Lavoratori distaccati, cosa cambia.

Con la riforma si vuole inoltre garantire una concorrenza leale tra le imprese ed una maggiore protezione dei lavoratori che adoperano il distacco transnazionale. Secondo quanto stabilito dalla riforma, la durata del distacco può essere non più di 24 mesi ma di 12 mesi, tempo allungabile di non oltre sei mesi. Al termine di questo periodo, il lavoratore può decidere si rimanere nel paese ospitante, ed in questo caso deve sottostare all’intera normativa vigente in tale paese.

Le norme in materia di retribuzione che si applicheranno durante il periodo del distaccamento saranno quelle del paese ospitante. I contributi previdenziali e pensionistici saranno versati nel paese d’origine del lavoratore in base alle regole vigenti nel paese di provenienza. I lavoratori distaccati, inoltre, godono delle disposizioni riguardanti le norme sulla salute, sull’igiene e sulla sicurezza ed inoltre le condizioni che riguardano le gestanti o puerpere. Queste disposizioni nom valgono nel settore dei trasporti, per il quale il Parlamento europeo sta discutendo con il Consiglio e con la Commissione per un’apposita legislazione.

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