GDPR: rinviata al 21 agosto 2018 l’attuazione della delega da parte del governo italiano

GDPR: rinviata al 21 agosto 2018 l'attuazione della delega

L’attuazione della delega del GDPR rinviata al 21 agosto 2018. Oggi, 25 maggio 2018, entra in vigore in tutta l’Unione Europea il Regolamento generale per la tutela dei dati personali (Gdpr). Dunque, da oggi, in Italia il dlg.vo n. 196 del 2003 (Codice privacy) non è più applicabile.

Il Governo avrebbe dovuto esercitare la delega ad esso assegnata con la l. 25 ottobre 2017 n. 163 art. 13. entro sei mesi dalla pubblicazione della legge di delega, adottando un decreto legislativo di adeguamento della normativa italiana al GDPR, con riguardo unicamente alle materie in cui lo stesso GDPR prevede la competenza delle normative nazionali.

Proroga di tre mesi per l’attuazione della delega della normativa italiana al GDPR.

Il mancato arrivo dei due pareri delle Commissioni, ai sensi dell’articolo 31, comma 3, della legge n. 234 del 2012, il termine del recepimento della delega da parte del Governo della GDPR slitta dal 21 maggio 2018 al 21 agosto 2018.

Poiché il GDPR entrerà in vigore oggi 25 maggio 2018, per un certo periodo di tempo si verificherà una sovrapposizione tra le disposizioni europee e il codice della privacy. Tra le norme del Regolamento che non avranno problemi di attuazione, rientrano quelle del data breach e sul responsabile dei dati.

Il decreto di recepimento del Regolamento (UE) 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali (GDPR), è stato trasmesso dal Governo alle Commissioni speciali il 10 maggio 2018.

L’esame, in vista dell’entrata a pieno regime del Regolamento è durato due settimane, e i Relatori di entrambe le Commissioni hanno espresso l’inattuabilità di esprimere qualsiasi tipo di opinione sull’attuale testo di schema di decreto, giudicandolo approssimativo e confuso denunciando il ritardo con cui è giunto il documento.

Critiche al testo sono arrivate anche dal Garante, che ha inviato il parere sul decreto  sollevando numerosi dubbi in ordine alla conservazione dei dati di traffico telefonico, alla prestazione del consenso dei minori e sul riutilizzo dei dati per la ricerca scientifica.

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