Vitalizi: secondo Boeri possibili risparmi per 100 milioni di euro!

tito-boeri-min

Roma. Nel tentativo di far quadrare i conti dello Stato, alcuni interventi potrebbero rivelarsi, oltre che necessari, anche un toccasana e tradursi in un risparmio di oltre cento milioni di euro. Numeri alla mano, infatti, il metodo adottato dalla Camera nella definizione del ricalcolo contributivo dell’importo dei vitalizi ha prodotto un risparmio di quaranta milioni di euro.

Dai tagli al Senato altri sedici milioni, dalle Regioni cinquantacinque: un viatico per i Cinque Stelle!

Se anche il Senato dovesse adottare la stessa delibera ci sarebbero “ulteriori 16 milioni di euro di risparmi” ed “estendendo il ricalcolo ai consiglieri regionali si risparmierebbero 55 milioni di euro aggiuntivi. risparmi superiori ai 100 milioni di euro, tali da ridurre il disavanzo del sistema dei vitalizi e, dunque, gli oneri che gravano sulla collettività”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Inps, Tito Boeri, nel corso di un’audizione al consiglio di presidenza del Senato cui ha partecipato il presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati che, dunque, dà la sua benedizione al provvedimento fortemente voluto dai pentastellati.

Il sistema ha gravato sui contribuenti!

“Si tratta perciò di un’operazione, seppur tardiva, che va nella direzione di ridurre gli squilibri strutturali del sistema, ha chiarito, nonostante il basso numero di percettori, i risparmi sono rilevanti, a riprova del fatto che il sistema ha gravato sui contribuenti generici in modo del tutto sproporzionato rispetto al numero di percettori dei vitalizi. C’è quindi un contributo, pur limitato, al miglioramento dell’equità intra e intergenerazionale del nostro sistema pensionistico”.

Una situazione insostenibile!

Per Boeri “Le regole dei vitalizi sono state sin dall’origine, introdotte dal Parlamento in regime di autodichia senza contemplare una valutazione di giudici esterni. Tale autonomia è stata consapevolmente utilizzata per mettere in piedi un sistema insostenibile destinato a gravare in modo rilevante sui cittadini in aggiunta alla spesa destinata al pagamento delle indennità parlamentari”.
“Era chiaro fin dall’inizio che i contributi versati non sarebbero stati sufficienti a coprire le spese per vitalizi. Certo – ha proseguito – sarebbe paradossale che nel momento in cui si chiede ai parlamentari di avvicinare i propri trattamenti al regime contributivo, si operasse in direzione opposta per altre categorie di lavoratori, concedendo loro uscite anticipate generalizzate senza alcuna riduzione attuariale e appesantendo di oltre cento miliardi il debito pensionistico che grava sulle giovani generazioni”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore