Ultimi rincari applicati dalle compagnie telefoniche bloccate dall’Antitrust

Ultimi rincari applicati dalle compagnie telefoniche bloccate dall'Antitrust

L’Antitrust blocca i rincari applicati dalle compagnie telefoniche. Le compagnie telefoniche Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb, avrebbero operato a restrizione della concorrenza nel momento in cui tutti quattro gli operatori hanno deciso all’unisono di mantenere gli aumenti scaturiti dal passaggio alla fatturazione a 28 giorni. Per questa tesi ci sarebbero, seppur a poca distanza dall’avvio dell’istruttoria (che è di metà febbraio), già prove evidenti quasi “in flagranza”, dell’intesa.

L’Antitrust intima le compagnie telefoniche ad agire autonomamente.

L’Antitrust ha intimato agli operatori una sospensione cautelare dei rialzi delle bollette telefoniche. L’Antitrust ha indicato loro che ciascuna definisca la propria offerta in modo autonomo. Insomma un provvedimento cautelare a tutela della clientela che nasce dal fatto che in un periodo compreso fra il 24 marzo e il 5 aprile le compagnie telefoniche torneranno alla fatturazione mensile (obbligatoria per legge di fine 2017), dopo la parentesi delle fatturazioni a 28 giorni che ha portato a un corpo a corpo anche con l’altra autorità: l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Quest’ultima ha obbligato le quattro compagnie telefoniche interessate a prevedere “bollette posticipate”, in altre parole di posticipare il periodo di calcolo della prima bolletta utile, sottraendo un numero di giorni pari a quelli erosi, mese dopo mese con il sistema a quattro settimane (secondo Agcom per il fisso e per le offerte convergenti si sarebbe dovuto tornare alla fatturazione mensile dal 24 giugno, termine passato invano).

Si attendono, in risposta a questa delibera, i ricorsi delle compagnie telefoniche, ma intanto arriva un altro colpo dall’Antitrust a Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb. Il provvedimento, fra i punti 26 e 43, tratteggia un quadro fatto di comunicazioni fra operatori, fra cui mail scritte addirittura da amministratori delegati. La conclusione è che tutti si siano mossi all’unisono confermando l’aumento dell’8,6% annuo stabilito dopo il passaggio delle tariffe a 28 giorni, e questo a parere dell’Antitrust non avrebbe dato spazio e comunque non darebbe spazio (da qui il provvedimento cautelare) a cambi di operatore.

Con il suo provvedimento l’Autorità Antitrust non stabilisce la tariffa, ma intima alle telco di muoversi autonomamente, nell’immediato, senza tener conto gli uni degli altri. Qualora questo non avvenisse, il rischio è che in caso di sanzione alla fine del procedimento ci sarebbero motivazioni aggiuntive per stabilire il massimo della punizione: fino al 10% del fatturato annuo.

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