Rivalutazione delle pensioni: le critiche di Damiano e dei sindacati al maxi emendamento del Governo

Pensioni 2018: l'analisi di Cesare Damiano

Nel maxi emendo governativo alla legge di Bilancio 2019, per il periodo 2019-2021, è prevista  la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici in misura integrale solo per importi pari o inferiori a tre volte il minimo Inps, ossia 1.522 euro al mese. Per i trattamenti di importo superiore, sono previsti sei scaglioni con aliquote di riferimento in misura ridotta.

“In manovra ancora una volta si vuole far cassa con la penalizzazione dei pensionati. Il blocco della rivalutazione delle pensioni non è assolutamente condivisibile. Dire che oltre 1.500 euro lordi vengono nuovamente bloccate le pensioni significa toccare il reddito di tanti anziani nel Paese”, ha dichiarato il segretario confederale della Cisl, Annamaria Furlan.

“Atto d’imperio” per i sindacati dei pensionati

“Il governo non faccia cassa con i pensionati andando a rimettere le mani sul sistema di rivalutazione penalizzando così milioni di persone”, hanno affermato i segretari generali dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Ivan Pedretti, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima.

“Sarebbe un atto di imperio”, hanno aggiunto i tre sindacalisti, “insopportabile e profondamente ingiusto, nonché un clamoroso passo indietro rispetto agli impegni assunti dal precedente governo che aveva stabilito il ritorno dal 1 gennaio 2019 ad un meccanismo di rivalutazione che fosse in grado di tutelare il potere d’acquisto dei pensionati italiani”.

“Quello che si profila non è altro che l’ennesimo furto alle pensioni medio-basse. Già altri governi in questi anni hanno seguito questa strada. Non vediamo pertanto quel tanto sbandierato cambiamento ma il reiterarsi di decisioni sbagliate e punitive verso una fascia di popolazione che avrebbe piuttosto bisogno di essere aiutata e sostenuta. Qualora fosse confermato questo intervento non staremo di certo fermi a guardare, ma ci mobiliteremo”, hanno puntualizzato.

Il punto di Cesare Damiano

“I sindacati confederali sono tornati a far sentire la propria voce, esprimendo critiche ragionate e ragionevoli sia al modo di governare dell’Esecutivo gialloverde, sia a specifiche misure che vengono annunciate in relazione ai contenuti della legge di Bilancio”, ha affermato Cesare Damiano, leader dei Laburisti Dem. “In particolare, condivido totalmente quanto detto dalla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in materia previdenziale, condannando l’annunciato blocco della rivalutazione delle pensioni sopra i 1.500 euro lordi mensili”, ha sottolineato Damiano.

Il blocco delle rivalutazioni è una misura “iniqua”

L’esponente dem ritiene che il blocco della rivalutazione delle pensioni sia “una misura iniqua che, ove assunta, andrebbe a colpire i redditi di persone anziane. Ovvero, colpirebbe redditi anche modesti, frutto di oneste fatiche, nonché figure sociali che, in quanto pensionati, non possono più lottare con lo sciopero in difesa dei propri diritti”.

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