Ristrutturazione green della casa: arriva la stretta europea

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Una delle più importanti priorità dell’Unione Europea è la riduzione delle emissioni inquinanti. Per conseguenza, dopo la stretta sui veicoli, non dovrebbe tardare più di tanto anche quella sulle case. Il che significa che molti proprietari di immobili energeticamente inefficienti – quelli più vecchi, in altri termini – saranno obbligati a intraprendere lavori di ristrutturazione per migliorare la classe energetica della propria abitazione.

Una direttiva in corso di approvazione.

Scrive a tale riguardo Antonio Cardarelli, sul sito Notizie.virgilio.it, riportando delle rivelazioni de Il Messaggero, che pubblica i dettagli della direttiva che dovrebbe essere approvata il 24 gennaio. Su questa norma l’Unione Europea sta lavorando dalla fine del 2021: ora è pronta per il via libera dalla Commissione energia del Parlamento europeo per la successiva approvazione definitiva entro il 13 marzo. Secondo le indiscrezioni, il testo è ancora oggetto di trattative ma certi elementi sembrano essere acquisiti.

Obiettivo emissioni zero!

Fra gli elementi ben definiti c’è la data entro la quale tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica “E”: il primo gennaio 2030. Dopo tre anni, questi stessi immobili dovranno arrivare alla classe energetica “D” ed entro il 2050 l’obiettivo è raggiungere le emissioni zero per l’immobile. Date che, rispetto alla prima versione, sono state “ammorbidite”, anche se per gli Stati membri resta l’obbligo di promuovere la ristrutturazione green dell’intero patrimonio edilizio. Oltre a ciò, un altro passaggio eliminato dalle prime bozze della direttiva era quello sul divieto di vendere o affittare le case prive del “bollino verde” energetico.

Quali sono le conseguenze sul valore degli immobili e sulle esenzioni?

Quando sarà approvata, questa direttiva avrà un impatto ingente per il nostro Paese. Infatti in Italia, secondo i dati Enea, circa il 60% delle abitazioni rientra nelle classi energetiche “G” e “F”. Per quanto l’UE affiderà ai singoli Stati il compito di decidere le sanzioni da applicare, la nuova direttiva avrà in ogni caso delle conseguenze sul valore degli immobili più datati. Comunque, allo stato attuale, la bozza prevede certe esenzioni per varie tipologie di immobili. Ad esempio, i proprietari di immobili protetti di interesse storico e quelli di abitazioni con superficie minore di 50 metri quadrati non saranno obbligati a ristrutturare. Anche gli edifici di culto e le case abitate per meno di quattro mesi all’anno saranno esentate dall’obbligo.

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