Riforma pensioni: quale sarà l’impatto di Quota 100 sui conti pubblici?

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Le pensioni anticipate con Quota 100 porteranno lo sblocco del turnover? Secondo Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, “per definire se il provvedimento di pensionamento anticipato (può lasciare chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi) porterà dei benefici al sistema in termini di staffetta generazionale, nuove assunzioni al posto di chi lascia l’attività, occorrerà attendere probabilmente qualche trimestre”.

Il punto centrale è capire se l’investimento di risorse pubbliche porterà al risultato che si è prefisso il Governo. “Si può stimare un costo totale dell’operazione attorno ai 30-33 miliardi, tra mancato flusso di contributi in entrata nella casse dell’Inps e maggiori spese per le prestazioni anticipate, ipotizzando 300 mila persone che approfittino di quota 100 nel triennio con durate medie dell’anticipo tra i 4,5 anni e un anno e mezzo. Nell’ipotesi che dopo il 2021 quota 100 non venga rinnovata, e che tutto torni, come probabile, alla legge Fornero, gli effetti finanziari (è l’unica buona notizia), si esauriranno nel 2026 quando anche l’ultimo stock di soggetti avrà raggiunto l’età anagrafica di 67 anni e qualche mese”, ha osservato Brambilla sul Corriere.

Nuovi posti di lavoro?

La relazione tra pensionamenti anticipati e creazione di nuovi posti di lavoro non è automatica per Brambilla. “Le aspettative di un discreto rimpiazzo di neopensionati sono modeste. Tanto più che siamo in presenza di ciclo economico negativo (l’incremento 2019 del Pil sarà forse inferiore allo 0,4% e la produzione industriale è in una fase di forte calo e difficilmente migliorerà nel secondo semestre del 2019). In questa situazione, come ampiamente accaduto in passato, le aziende cercheranno di liberarsi (anche con forme di pressione e buoni incentivi) di quanti più lavoratori possono, soprattutto tra coloro che sono difficilmente reinseribili nel nuovo ciclo di produzione perché hanno professionalità obsolete oppure tra le fasce deboli ( tante assenze per motivi di salute o familiari)”, ha chiarito.

Tutto il costo a carico delle Stato

“Con quota 100, l’intero costo che poteva essere posto a carico del sistema produttivo (lavoratori e imprese) sarà pagato dallo Stato e quindi da tutti noi: un’occasione perduta“, ha proseguito il presidente di Itinerari previdenziali. “Non era meglio spendere questi soldi per incentivare la nuova occupazione con il super ammortamento del 130% peraltro previsto nel programma della Lega e non trasferito nel famoso «contratto»? Considerando un incentivo medio di circa 17 mila euro, con 30 miliardi si sarebbero potuti finanziare oltre 1,7 milioni di posti di lavoro“, ha puntualizzato Brambilla.

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