Riforma pensioni: novità su quota 100 e anticipo pensionistico. Criticità, contraddizioni delle nuove proposte

Pensioni e Previdenza complementare: la posizione della Uil

Cesare Damiano, candidato alla segreteria del Pd, in un’intervista rilasciata all’agenzia Askanews, ha commentato le recenti dichiarazioni del presidente dell’Inps Boeri in merito alla riforma delle pensioni: “Tito Boeri, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, mette in evidenza che, in materia di pensioni, il Governo gialloverde, passando dalle promesse elettorali all’applicazione pratica, non produce soluzioni realistiche. È quello che sto sostenendo dal momento in cui è uscito il testo della legge di Bilancio perché le risorse stanziate non bastano”.

Ed aggiunge: “Il Governo decide di istituire due fondi, uno per le pensioni e l’altro per il reddito di cittadinanza, il primo finanziato in modo lineare con una risorsa di 6,7 miliardi a partire dal 2019″.

Riforma delle pensioni con Quota 100: le contraddizioni del governo

Damiano evidenzia le prime contraddizioni sul fronte Quota 100: “Qui si registra la prima contraddizione: il primo anno, utilizzando Quota 100, c’è un grande gruppo di persone, si calcola che siano più di 400.000, che entra nel sistema pensionistico al quale, ogni anno successivo, se ne aggiungono altre che maturano i requisiti. Dunque, la spesa non può che aumentare e non può essere lineare.

L’introduzione delle finestre, voluta dal Governo, è un modo di ritardare la pensione senza dirlo e produce risparmi il primo anno, ma non in quelli successivi. Insomma, in tutti gli scenari con 62 anni di vecchiaia e 38 di anzianità contributiva viene fuori una crescita della spesa nel tempo. Non solo: se, oltre a Quota 100, si promettono Quota 41, Opzione Donna, Nona salvaguardia degli esodati e blocco parziale del meccanismo dell’aspettativa di vita, mal contati, ci vorrebbero mediamente 15 miliardi di euro all’anno”.

Damiano: il governo gialloverde non propone una riforma delle pensioni con un meccanismo realistico

Prosegue Damiano nella sua disamina: “Sono argomentazioni su cui insisto da settimane. La flessibilità pensionistica è un’idea sacrosanta. Ma il Governo gialloverde ne ha fatto una bandiera senza proporre un meccanismo realistico per attuarla. Creando così aspettative enormi che non potranno essere soddisfatte con le esigue risorse previste in modo non strutturale, perciò a spot”.

Criticità delle nuove proposte di riforma delle pensioni

Il Governo non corrisponde alle aspettative suscitate negli elettori e, anzi, seppellisce l’Ape sociale se non presenta un emendamento che la prolunghi oltre il 31 dicembre di quest’anno. Così, migliaia di lavoratori, in particolare donne e addetti a lavori gravosi, non avranno più alcuna possibilità di andare in pensione a partire dai 63 anni come prevede la normativa attuale. Altro che ‘cancellare la legge Fornero’, come hanno ripetuto ossessivamente Di Maio e Salvini”, conclude Damiano.

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