Riforma pensioni: le proposte di Itinerari Previdenziali

Riforma pensioni: le proposte di Itinerari Previdenziali

Il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali nell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2019 “Sostenibilità della spesa pubblica per pensioni in un’ipotesi alternativa di sviluppo”, ha illustrato una serie di proposte di riforma che dovrebbero consentire la stabilizzazione del sistema previdenziale italiano, concludendo “definitivamente il ciclo”.

Per Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali sarebbe auspicabile la progressiva eliminazione di qualsiasi forma di decontribuzione ai fini previdenziali “che oltre ad essere diseducativa (perché invitare i giovani a pensare al proprio futuro facendo un lavoro regolare e versando i contributi sociali e poi esentarli dalla contribuzione?), ha dimostrato di non essere efficace per generare nuovi posti di lavoro”.

Pensione di vecchiaia ed anticipata, flessibilità in uscita tra i 64 e i 71 anni

Il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, ferma restando la normativa in materia di lavori usuranti, propone di confermare il pensionamento di vecchiaia con 67 anni di età e almeno 20 di contribuzione; in mancanza dell’anzianità contributiva minima, far decorrere la pensione dai 70/71 anni. La pensione di vecchiaia anticipata potrebbe essere ottenuta a condizione di avere 64 anni di età anagrafica (indicizzata all’aspettativa di vita), con almeno 37 anni di contributi di cui non più di 2 anni figurativi (non rientrano nel computo le maternità, il servizio militare e i riscatti volontari o contributi volontari). Per le donne madri sarebbe previsto un anticipo dei requisiti  di 6/8 mesi per ogni figlio con un massimo di 18/24 mesi.

Pensioni calcolate col metodo contributivo

Secondo il Centro Studi e Ricerche, la pensione dovrebbe essere calcolata con il metodo contributivo per le contribuzioni decorrenti dall’1/1/1996 al 31/12/2011 (dall’1/1/2012 è già in vigore il contributivo pro rata per tutti post Fornero); oppure con 42 anni per gli uomini e 41 anni per le donne (vengono eliminati i 10 mesi di anzianità contributiva) di cui non più di 2 anni di contribuzione figurativa e svincolando l’anzianità contributiva dall’aspettativa di vita. La pensione dovrebbe essere calcolata applicando sull’anzianità contributiva decorrente dall’1/1/1996 al 31/12/2011 il calcolo contributivo, anche se dal 2021 quasi tutti i potenziali pensionati saranno nel regime misto. In tutti i casi, fino ai 70/71 anni di età, la pensione maturata deve essere pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale.

Rivalutazione delle pensioni

Dal 2020-21 per Itinerari Previdenziali andrebbe reintrodotta l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione nella misura del 100% fino a tre volte il minimo, 90% da tre a cinque volte il minimo e 75% oltre cinque volte la prestazione minima. Questa indicizzazione andrebbe applicata alla quota di pensione “retributiva” mentre per quella contributiva l’indicizzazione dovrà essere pari al 100%.

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