Riforma pensioni, la quota 100 introdotta in manovra. Ecco cosa cambia…

Riforma pensioni, la quota 100 introdotta in manovra. Ecco cosa cambia...

La prima manovra del governo Lega-M5S dopo la prima mancata intesa vede la luce. E’ stato raggiunto tra i due partiti di maggioranza l’accordo sulle misure introdotte nella legge di bilancio. Per quanto riguarda la Quota 100 sarà possibile lasciare il lavoro prima della soglia attualmente prevista per i trattamenti di vecchiaia (66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi sia per gli uomini che per le donne del settore pubblico e del settore privato) a patto di aver compiuto i 62 anni e aver maturato 38 anni di contributi.

Riforma pensioni, al via quota 100 da febbraio.

Secondo quanto previsto dall’accordo si legge su adnkronos “non ci sarà inoltre nessun limite a livello di platea, né penalizzazioni per aderire allo schema che modifica la Legge Fornero“. Il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini in conferenza stampa al termine del cdm sulla manovra ha spiegato che si parte con lo schema “62-38 per quest’anno“, con il quale “diamo soddisfazione a circa mezzo milione di italiani che non è roba da poco”.

Con le modifiche, ha aggiunto il vicepremier Matteo, “inizia un percorso con 7 miliardi il prossimo anno, che crescono negli anni successivi”, ha poi spiegato che “l’obiettivo finale è azzerare tout court la legge Fornero“. Sottolineando, che il prossimo passo sarebbe l’uscita con il solo requisito contributivo fissato a 41 anni (invece dei quasi 43 richiesti attualmente ai lavoratori uomini) per venire incontro ai lavoratori precoci.

La Quota 100 entrerà in vigore da febbraio, ovvero quando i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti richiesti potranno inviare la richiesta all’Inps. Ma per lasciare il posto di lavoro occorrerà attendere le cosiddette ‘finestre di uscita’ che scatteranno ogni tre mesi. Si partirà da aprile 2019, poi luglio, ottobre e gennaio 2020.

Per le lavoratrici si proroga “Opzione Donna”, che permette di lasciare il lavoro con 58 anni, se dipendenti, o 59 anni se autonome, e 35 anni di contributi. Inoltre, è stata introdotta la Pensione di cittadinanza, con intenzione di aumentare le pensioni minime fino a 780 euro, con una differenziazione tra chi è proprietario di un immobile e chi non lo è.

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