Riforma pensioni, ultime news: ecco tutte le proposte di Confedir!

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Nuove norme sulle pensioni entreranno nella prossima Legge di bilancio, dalla proroga di Opzione Donna all’APE sociale, mentre è ancora allo studio la possibilità di estendere anche ai lavoratori fragili le norme già in vigore per i lavoratori precoci, come il pensionamento a 61 anni d’età. Anche per quanto riguarda il turnover ci sono delle nuove norme sulla staffetta generazionale e sull’estensione della platea dei contratti di solidarietà.

Confedir: separare le prestazioni assistenziali da quelle previdenziali!

Lo sostiene Marcello Pacifico, segretario Confedir – come riferisce il sito quifinanza.it – evidenziando che si auspica una veloce conclusione dei lavori delle due commissioni, la commissione Previdenza e assistenza e la commissione Lavori gravosi. La Confedir ha chiesto che nella Legge di bilancio sia attuata la separazione fra le prestazioni assistenziali e quelle previdenziali, perché sommando i due fattori, la spesa italiana risulta molto superiore a quella degli altri Paesi, ma considerando separatamente le due voci, emerge che quella previdenziale porta addirittura del risparmi rispetto a quanto speso in passato.

Quota 41 e flessibilità in uscita!

“Un argomento – evidenzia Pacifico – che sarà cruciale per affrontare il dibattito su quota 41 e la flessibilità in uscita”. E così continua: “È evidente che ci aspettiamo anche un intervento sui tagli, sulla perequazione delle pensioni sotto un dato livello deciso dall’INPS, perché lo riteniamo incostituzionale, perché riteniamo che queste norme debbano valere solo per un anno e non possano essere pensate a regime per più anni”.

Ripensare le norme!

Sui lavoratori fragili, il sindacalista dice: “Abbiamo già avuto 13mila casi di positività su 500 mila insegnanti, pensiamo che la platea potrebbe davvero ingrandirsi”. Per quanto riguarda i lavori gravosi, Confedir ritiene che si debba estendere a tutto il personale e che occorra considerare il lavoro della scuola come un lavoro usurante. “Bisogna ripensare le norme – conclude Pacifico – alla stregua di quello che sta avvenendo oggi, svecchiare la PA e rendere più solidali le norme nei confronti di quella parte del pubblico impiego che si trova a più alto rischio rispetto ad altri”.

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