Riforma pensioni e legge di Bilancio: Damiano chiede certezze

Pensioni e spesa previdenziale: l'analisi di Cesare Damiano

“Stiamo arrivando al dunque con l’Europa, e il Governo sta finalmente abbandonando i tamburi di guerra per aprirsi al dialogo. Adesso il 2,4%, cioè il rapporto tra deficit e Pil, non è più un tabù. Si può rivedere al basso  dicono i vicepremier: quando lo aveva timidamente suggerito Tria qualche tempo fa, era stato ostacolato proprio dalle inossidabili certezze di Salvini e Di Maio. Mi auguro che anche il totem della crescita all’1,5% possa essere scalfito perché, se i fondamentali sono ‘taroccati’ all’alto o al basso a seconda delle convenienze, risulta difficile far quadrare i conti con l’Europa ”ha affermato Cesare Damiano, candidato alla Segreteria del Pd, a proposito della legge di Bilancio.

Se una revisione politica e contabile della manovra ci sarà, occorre anche che il Governo chiarisca quali misure intende realizzare con le risorse messe a disposizione”, ha puntualizzato l’esponente dem.

Riforma delle pensioni: occorrono certezze sugli interventi.

Nella sua analisi Damiano si è soffermato, in particolare, sugli interventi del sistema previdenziale. Il Ministro dell’Interno Salvini si è detto certo che a partire dal mese di febbraio si potrà andare in pensione con Quota 100. Per Damiano non è sufficiente fornire una data, ma è necessario fornire ulteriori dettagli sul meccanismo vero e proprio della nuova misura.

Quale sarà il destino dell’Ape sociale, di Opzione donna e della nona salvaguardia degli esodati?

Damiano ha rivolto la sua attenzione ad altri interventi che riguardano le pensioni. Quale sarà il destino dell’Ape sociale? “Sappiamo che se non si fa adesso un emendamento di proroga, la misura scadrà a fine anno”, ha chiarito.

L’ex Ministro del lavoro chiede conferma anche di stanziamenti mirati alla proroga di Opzione Donna, della predisposizione della nona salvaguardia degli esodati e di altri interventi, come l’introduzione di Quota 41 ed il rallentamento del legame tra aspettativa di vita ed età della pensione,

“Adesso che il Governo, seppure con colpevole ritardo, decide finalmente di cercare la via dell’accordo con l’Europa, deve essere sfidato sull’uso delle risorse e sulla capacità di mantenere le promesse, soprattutto per quanto riguarda la crescita e la difesa dello Stato sociale”, ha concluso.

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