Riforma pensioni e flessibilità: analisi di Tridico

Riforma delle pensioni: la proposta di Tridico non piace ai sindacati

Il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico è tornato a parlare di pensioni Quota 100 in un’intervista al “Il Messaggero”. A commento della scelta del Governo di proseguire la sperimentazione triennale della misura ha dichiarato:”Quota 100 è stata una misura sperimentale. Abolirla, dopo solo un anno, sarebbe stato inopportuno, con la frustrazione di legittime aspettative“.

Secondo il presidente dell’Ente previdenziale:”Allo scadere naturale si può pensare a una revisione complessiva del sistema che abbia l’ambizione di essere strutturale, fermo restando che Quota 100 in sé costituisce già uno scivolo temporaneo per ammorbidire lo scalone per molti che non sono coinvolti dalle altre forme di anticipazione, dopo la riforma del 2011”

Tridico:”Intendersi sul concetto di spesa”

Secondo Tridico  bisogna intervenire sul concetto di spesa: “Dire che l’Inps ha la spesa pensionistica più alta dell’Unione Europea è sbagliato, perché all’interno di quel 15% del Pil c’è sia assistenza, finanziata dalla fiscalità generale, che previdenza, finanziata dai contributi, oltre ad un enorme peso dell’Irpef per circa 58 miliardi: soldi che rientrano nelle casse dello Stato” . Fondamentale, dunque:”Separare la previdenza dall’assistenza, rendendo contabilmente trasparente il bilancio dell’istituto”.

La riforma delle pensioni secondo Tridico

Il Presidente dell’Inps ha proseguito:”A mio parere bisognerà mettere a frutto soprattutto l’analisi della prossima commissione sui lavori gravosi, superando le età di pensionamento uguali per tutti. Si potrebbe pensare ad un sistema di coefficienti che tengano conto appunto della gravosità del lavoro. Sarebbe un modo per prevedere un’età di uscita dal lavoro per ogni categoria, in maniera flessibile. Il minatore avrà un indice di gravosità più alto e quindi potrà uscire prima. Certo ci dovrà essere un’età minima, la stabilirà il legislatore”.

Inoltre: “Si dovrebbero neutralizzare gli effetti degli incrementi sull’età di pensionamento, da una determinata età in poi, ad esempio da 60 anni: in modo che l’aumento dell’aspettativa di vita sia bloccato per le singole coorti di lavoratori. Per ogni anno di nascita una certa aspettativa, che poi non cresce più. Così si dà certezza”, ha osservato Tridico. Per quanto riguarda i costi, il presidente dell’Inps ha precisato:”Stiamo parlando di riforma strutturale che non sarà a costo zero. Però si potranno usare intanto le risorse non spese per Quota 100. Secondo nostre stime, comunque prudenti, nel 2019 avanzano circa 1,6 miliardi di cui solo 1,1 sono stati conteggiati nel decreto “salva conti” di luglio. Nel 2020 potremo avere 2,5 miliardi”.

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