Riforma pensioni: con l’introduzione della Quota 100, l’Ape social rischia di scomparire

Pensioni: ultime su flessibilità in uscita e nuove misure di riforma delle pensioni

A Palazzo Chigi è in corso il vertice di maggioranza tra il premier Giuseppe Conte, e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Al centro dell’incontro le misure da inserire nella prossima manovra economica. Secondo il sindacato Uil, con l’introduzione di quota 100 l’Ape social rischia di scomparire.

Con l’introduzione della Quota 100, l’Ape social rischia di scomparire.

La quota 100 che prevede l’uscita dal mondo del lavoro quando la somma fra età anagrafica e contributi annui versati al fisco raggiunge il valore 100, secondo l’Uil è una misura efficace ma non deve sostituire l’APE sociale.

Il sindacato ha analizzato le conseguenze di questa misura su alcune categorie specifiche di lavoratori, per le quali continuerebbe ad essere più utile l’Ape social. Per questo motivo il sindacato ha richiesto un incontro al Governo per discutere della riforma previdenziale.

Secondo la Uil, i lavoratori che attualmente hanno diritto all’Ape social, non hanno convenienza a lasciare il lavoro con la quota 100, in quanto con l’attuale normativa di fatto possono ritirarsi al raggiungimento di quota 93.

Come spiegato da il segretario della Uil, Domenico Proietti, con la quota 100, i disoccupati, i caregiver, e i lavoratori disabili vedrebbero peggiorata la propria situazione, con un ritardo di accesso alle pensioni che può arrivare fino a quattro anni, nel caso di disoccupati e di lavoratrici madri che dovranno attendere la pensione di vecchiaia a 67 anni. Ritardo, che sarebbe ulteriormente aggravato dall’introduzione di requisiti elevati come l’età minima necessaria a 64 anni o un’anzianità contributiva che non tiene pienamente conto di tutti i contributi maturati dai lavoratori, con un’inaccettabile penalizzazione per le donne e per le aree più deboli del Paese.

Il vicepremier e ministro dell’Interno ha assicurato che verrano rispettati gli impegni presi con gli italiani. In primo luogo quello sulle pensioni e sulla quota 100 per mandare in pensione chi ne ha diritto e dare posti di lavoro ai giovani.

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