Riforma pensioni, allo studio del governo Lega-M5S il perfezionamento di quota 100!

Riforma pensioni, allo studio del governo Lega-M5S il perfezionamento di quota 100!

Il governo Lega-M5S sta pensando ad un perfezionamento della questa misura chiave per superamento della Fornero, la cosiddetta Quota 100, per limitare i costi che incidono profondamente sul capitolo spese della Legge di Bilancio 2019.

Riforma pensioni, allo studio del governo Lega-M5S il perfezionamento di quota 100 per limitare i costi.

Sul quotidiano La Repubblica viene riportato che la chiave è rappresentata dal divieto di cumulo. Un paletto che potrebbe indurre numerosi lavoratori a dire “No, grazie’ e a continuare a lavorare. Ecco perché il Governo gialloverde sprizza ottimismo di fronte ai sonori schiaffoni della Commissione Europea: quando a Bruxelles capiranno che la cosiddetta ‘controriforma Fornero’ sarà meno ‘graffiante’ di quanto annunciato, le acque cominceranno ad acquietarsi”.

Secondo il “Pacchetto pensioni” contenuto nell’ultima bozza delle legge di bilancio, i lavoratori del privato iscritti all’Inps che avranno maturato i requisiti della Quota 100, ovvero aver compiuto almeno 62 anni e 38 anni di contributi, entro dicembre 2018 potranno uscire il 1 aprile 2019. Se, invece, li matureranno dal 1 gennaio 2019 potranno ricevere la pensione «trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti», si tratta di una sorta di finestra mobile trimestrale.

Per quanto riguarda, invece, i lavoratori pubblici che maturano i requisiti per quota 100 entro il 31 dicembre potrannno richiedere l’assegno pensionistico dal primo luglio. Se maturano i requisiti successivamente il diritto alla decorrenza dell’assegno sarà maturato dopo sei mesi. Infine, per il personale della scuola la finestra sarà annuale, per evitare uno svuotamento delle cattedre.

La pensione anticipata non sarà cumulabile almeno all’inizio con redditi da lavoro (a meno che non siano per lavoro autonomo e per meno di 5.000 euro) per due anni. Resteranno fermi a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne) anche l’anno prossimo (senza l’aumento di cinque mesi previsto) e negli anni successivi ma è prevista una finestra mobile trimestrale anche per chi esce con questa norma.

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