Riforma pensioni 2018: taglio delle pensioni d’oro e ricalcolo con il contributivo

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Riforma delle pensioni: il taglio delle pensioni d’oro ed il ricalcolo con il contributivo nell’analisi di Titti di salvo (Pd). Uno dei cavalli di battaglia del Movimento cinque stelle è quello del taglio delle pensioni d’oro e dei privilegi dei parlamentari. Titti Di Salvo, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera e membro della Commissione lavoro, ha commentato le ultime dichiarazioni di Luigi di Maio in merito. “Qualche giorno fa Emilio Carelli ex direttore di Sky ha difeso la proposta del M5S sulle pensioni d’oro. Quella che secondo Luigi Di Maio darebbe un gettito di 12 miliardi. Su materia così delicata ci vorrebbe meno cinismo e più competenza: dal taglio delle pensioni sopra i 5000 euro non si potrebbe ricavare quella cifra neppure se venissero abolite. Se poi si volesse dire che quel gettito risulterebbe dal ricalcolo con metodo contributivo delle stesse pensioni si direbbe un’altra sciocchezza”, ha affermato Di Salvo in un post.

Pensioni d’oro e ricalcolo con il contributivo.

Di Salvo ha osservato: “Nel marzo del 2016 in più audizioni dell’Inps fatte presso la Commissione lavoro della Camera sulla proposta di legge Meloni sul ricalcolo delle pensioni sopra i 5000 euro appunto, audizione documentate da video della Camera, il direttore generale Nori e il direttore previdenza Crudo affermarono l’impossibilità delle ricalcolo per le pensioni pubbliche liquidate prima del 1992 per la mancanza di dati e la difficoltà del ricalcolo per le pensioni liquidate nel privato, perché negli archivi Inps sono conservati i dati sensibili per la modalità di calcolo prevista dalle leggi vigenti e quindi non l’accantonamento dei contributi”.

Venne stabilito, inoltre, che “a pensioni così alte sicuramente corrispondono alte retribuzioni e alte contribuzioni. Il ricalcolo contributivo abbasserebbe più facilmente le pensioni basse, quelle operaie per fare un esempio, che più si sono giovate della solidarietà di sistema. Sulle pensioni alte si può e si deve applicare un contributo di solidarietà, come è stato fatto, se, dice la Corte Costituzionale non è strutturale e il gettito viene utilizzato sempre nel sistema previdenziale”.

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