La scorsa settimana il consiglio dei ministri ha approvato la riforma dell’ordinamento penitenziario. Ora si attende il parere non vincolante del nuovo Parlamento. L’Unione delle Camere Penali Italiane ha espresso soddisfazione per l’approvazione della riforma dell’ordinamento penitenziario da parte del Consiglio dei Ministri senza tener conto delle modifiche indicate dalle commissioni di Giustizia di Camera e Senato, che avrebbero reso la riforma meno utile e quasi priva di senso. Tra alcune forze politiche (tra cui le forze che hanno ottenuto il più alto numero di voti alle elezioni poltiche del 4 marzo) c’è, infatti, la paura che questa sia una riforma “svuota carceri”, ma il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha rassicurato tutti, facendo notare che in Italia il tasso di recidiva degli ex detenuti è ancora tra i più alti d’Europa.
Riforma dell’ordinamento penitenziario, l’unione delle camere penali veglierà su tutto l’inter che porterà all’approvazione.
I decreti della riforma dell’ordinamento penitenziario, ha spiegato il Ministro Andrea Orlando, tendono a far calare il tasso di recidiva: pene alternative esterne significano reinserimento sociale e lavoro. In questo modo, il detenuto viene incentivato a non ripetere più i suoi errori. Secondo alcune statistiche ministeriali, infatti, il 70% dei detenuti che ha scontato la pena interamente in carcere, una volta tornato in libertà torna a commettere reati. Chi, invece, ha avuto la possibilità di ottenere misure alternative e di svolgere un lavoro, difficilmente torna a delinquere. Le misure alternative, poi, non vengono concesse a tutti, ma sarà il giudice a dover valutare caso per caso. La riforma, inoltre, mette in atto principi costituzionali ed europei sui diritti dell’uomo. La riforma è stata approvata, ma ora è necessario continuare a lavorare per concludere l’iter che porterà la riforma a poter essere attuativa. L’unione delle camere penali fa sapere che veglierà su tutto l’iter per l’approvazione della riforma. Ricorda, inoltre, che più di un terzo dei detenuti sono persone in attesa di giudizio.