Riforma delle pensioni: tutte le ultime novità

Cumulo gratuito per i professionisti: le ragioni della mancata attivazione

Mauro Scotti, segretario regionale della FNP Toscana, in un’ intervista a stamptoscana ha tracciato un bilancio della riforma delle pensioni in atto, non nascondendo qualche preoccupazione per alcune scelte del Governo sulla previdenza ed il mondo del lavoro. Il sindacalista ha toccato il tema delle pensioni minime, che l’esecutivo ha dichiarato di voler aumentare, arrivando a 780 euro.

“Quando si tratta di aumentare le pensioni minime sono sempre buone notizie tuttavia, in questo caso, sussiste il rischio piuttosto verosimile di avvantaggiare coloro che durante il proprio periodo lavorativo non hanno versato in toto o in parte i contributi spettanti evadendo di fatto il sistema fiscale e contributivo. In merito alla possibilità di nuovo blocco del potere d’acquisto delle pensioni che, di fatto, annullerebbe l’accordo di Cgil, Cisl e Uil del 2016, crediamo necessaria una risposta forte da parte del sindacato in difesa dei pensionati, che non possono continuare a coprire le difficoltà della politica e del Paese”, ha affermato Scotti.

La questione di Quota 100

Per l’esponente sindacale “Quota 100 potrebbe essere una base di discussione e confronto sul tema pensioni con le OO.SS. tuttavia, non determina un cambiamento strutturale del sistema previdenziale, lascia aperte questioni fondamentali inerenti le donne, i giovani, i lavoratori saltuari”.

Le richieste dei sindacati

Il programma di riforme di Cgil, Cisl e Uil è stato illustrato in un comunicato congiunto. “Dopo i positivi interventi di modifica della legge Fornero introdotti in questi anni grazie all’iniziativa sindacale, occorre continuare a cambiare il sistema previdenziale in coerenza con le proposte sindacali unitarie, al fine di eliminare gli aspetti iniqui del sistema, e quindi agire su: flessibilità: è necessaria una flessibilità in uscita a 62 anni, superando le attuali rigidità. In questa direzione “quota 100” è una strada utile sapendo che da sola non risponde appieno all’esigenze di molti lavoratori, come ad esempio le donne, i giovani, il lavoro discontinuo, intere aree geografiche del Paese.
“Quota 100”, inoltre, non deve penalizzare i lavoratori sul calcolo né avere altri vincoli o condizioni
d’accesso. Vanno tutelate, in modo strutturale dal punto di vista previdenziale, le categorie che rientrano
nell’Ape sociale. Devono essere eliminati i vincoli che rendono molto difficile andare in pensione con il
metodo contributivo poiché condizionano il diritto alla pensione al raggiungimento di determinati importi
dell’assegno (1,5 e 2,8 volte l’assegno sociale).

Si conferma la richiesta dei 41 anni di contribuzione per andare in pensione a prescindere dall’età. Procedere speditamente alla separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale così da poter giungere ad una corretta rappresentazione della spesa pensionistica italiana.  Adeguamento per aspettativa di vita: è necessario eliminare l’attuale meccanismo automatico applicato ai requisiti di accesso alle prestazioni pensionistiche .

Lavori gravosi e usuranti: i lavori non sono tutti uguali, alcuni incidono, più di altri, pesantemente,
sull’aspettativa di vita dei lavoratori e pertanto le risposte previdenziali per tali categorie dovranno
continuare a tener conto delle specificità professionali, considerando il lavoro che svolgerà la
Commissione preposta, dando risposte a coloro che sono stati esposti a sostanze pericolose come
l’amianto.

Pensione contributiva di garanzia per i giovani: senza lavoro non c’è pensione e la priorità per i giovani
deve rimanere il lavoro di qualità. I lavori precari, a part time e poco pagati, saranno insufficienti a
garantire una pensione dignitosa. CGIL-CISL-UIL richiedono la creazione di una pensione di garanzia,
collegata ed eventualmente graduata rispetto al numero di anni di lavoro e di contributi versati, che
consideri e valorizzi previdenzialmente anche i periodi di discontinuità lavorativa, i periodi di formazione, i
periodi di basse retribuzioni nell’ottica di assicurare nel futuro un assegno pensionistico dignitoso.

Va garantito, come previsto dall’attuale normativa, il ripristino dal 1° gennaio 2019 della piena
rivalutazione delle pensioni, necessario a salvaguardare il valore degli assegni pensionistici. Occorre
definire un nuovo “paniere” per arrivare a un indice più equo della rivalutazione delle pensioni e
recuperare parte del montante perso in questi anni. Bisogna continuare ad estendere la quattordicesima per le pensioni in essere. Esodati e opzione donna: è necessario risolvere i problemi ancora aperti per i lavoratori cosiddetti “esodati” e prorogare la sperimentazione di “opzione donna”. Tfr e Tfs devono avere trattamento uguale tra settore pubblico e settore privato”.

 

 

 

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