Riforma delle pensioni: tagli alle pensioni d’oro e contributo di solidarietà

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Il taglio delle pensioni d’oro e l’introduzione di un contributo di solidarietà sono stati oggetto di un’analisi del segretario FEDERSPEV della Provincia di Vicenza, già presidente di Confedir, Stefano Biasioli, su Start Magazine. Biasioli, uno dei leader  de“ i 300 di Leonida”, gruppo di pensionati veneti organizzati per la tutela delle pensioni Inps, ha osservato:” Noi pensionati della fascia superiore a 5 volte il minimo Inps (circa 2560 euro) abbiamo già dato. Sì, abbiamo già dato, perché – forzosamente – le nostre pensioni sono state abbattute, dal 1993 al 2018, per 11 anni su 26. Siamo stati costretti dallo Stato a versare “contributi forzosi” per il 46,15% dei citati 26 anni”.

Le leggi  41/1986; 448/1988; 438/1992; 449/1997; 388/2000; 127/2007; 214/2011; 147/2013; 109/2015, secondo Biasioli “hanno danneggiato i pensionati”. “Se ci limitiamo ai periodi 2008-2018, i tagli ai pensionati sono durati 8 anni su 11 ossia per il 72,7% del tempo. La risultante? In presenza di un taglio medio del 23%, le pensioni parzialmente (o totalmente) retributive non lo sono più “retributive o miste”, perché – dati i tagli – la differenza tra pensione retributiva e contributiva si è praticamente azzerata”, ha sottolineato.

Taglio alle pensioni d’oro e contributo di solidarietà, l’analisi di Stefano Biasioli.

Perché, tra tutti i pensionati generati da identici calcoli contributivi e di carriera, si abbattono solo le fasce pensionistiche superiori a 5 volte il minimo Inps?“, si è domandato Biasioli.

“Questa è ridistribuzione del reddito, quindi si tratta di una manovra fiscale o tributaria. I vari legislatori hanno scelto un unico criterio: salvare le pensioni fino a 3 volte il minimo Inps e maltrattare tutte le altre. Senza mai domandarsi, i legislatori, quanto fossero corrette le posizioni pensionistiche di chi “non ha mai avuto o denunciato reddito” e di chi ha dichiarato redditi manifestamente incompatibili con un normale tenore di vita. Il legislatore, per decenni, se l’è presa con le pensioni dei dipendenti pubblici (soprattutto) e privati, pensioni legate alla vita lavorativa di chi – data la tipologia del lavoro e della denuncia Irpef – non ha mai evaso: né una lira né un euro”, ha aggiunto

Esaminando le ipotesi governative più recenti: un taglio pensionistico totale oppure un taglio solo sulla quota eccedente i soliti 90.000 euro/lordi/anno, si evince che il contributo di solidarietà derivato risulta” ben più alto e ben più duraturo di quello 2014-2016″, ha precisato Biasioli. “Noi , che facciamo parte delle 14 Associazioni Nazionali racchiuse nel forum Pensionati d’Italia, impugneremo la nuova legge in ogni sede”, ha puntualizzato.

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