Oggi 7 febbraio 2020 si terrà una nuova riunione tra Governo e sindacati. Il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo riceverà i rappresentanti sindacali per discutere delle pensioni in essere e delle misure ad esse correlate. Le OO.SS. hanno precisato le richieste che intendono presentare al tavolo di confronto. Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp chiedono “l’ampliamento della platea dei beneficiari della 14esima, la rivalutazione delle pensioni, una legge nazionale sulla non autosufficienza, un fisco più equo per i pensionati”.
“Domani siamo al tavolo di confronto al Ministero del Lavoro. Ci andiamo con le idee chiare e ci attendiamo degli impegni precisi”, ha dichiarato ieri via social il segretario generale dello Spi Cgil, Ivan Pedretti. In occasione delle manifestazioni sindacali dello scorso anno Pedretti ha rivendicato il ruolo dei pensionati nella società moderna: “Vogliamo dare dignità alle pensioni, difendere il loro potere d’acquisto e riconoscere a chi ha lavorato 35-40 anni il diritto ad avere un reddito adeguato per la sua vita. Le nostre richieste sono responsabili e non così onerose. Arrivano da una parte della società che ha fatto crescere il paese facendolo diventare grande. E vorremmo evitare che adesso scivolasse indietro”.
Rivalutazione delle pensioni, Proietti: Ripristinare la piena indicizzazione”
I sindacati questo pomeriggio presenteranno ala riunione con il Governo le proprie richieste in materia di rivalutazione delle pensioni. “La Uil chiede con forza che venga ripristinata la piena indicizzazione, prevedendo al contempo un meccanismo che restituisca ai pensionati quanto loro sottratto in questi anni. Bisogna poi aggiornare i criteri con i quali ad oggi è valutata l’indicizzazione, basati sul paniere FOI (Famiglie di Operai e Impiegati) che non rispecchia a pieno le reali spese sostenute dalla fascia più anziana della popolazione”, ha dichiarato in una nota Domenico Proietti, segretario confederale della Uil.
“Il blocco dell’indicizzazione delle pensioni dal 2011 ad oggi ha generato danni gravissimi e permanenti a milioni di pensionati. I diversi meccanismi “sperimentali”, introdotti con il solo scopo di continuare a fare cassa sulle pensioni, hanno fortemente diminuito il potere di acquisto dei pensionati. Un esempio per tutti, un pensionato che nel 2011 aveva un assegno pari a 1.500€, oggi riceve una pensione pari a 1.575€, mentre se fosse stato utilizzato il meccanismo ordinario avrebbe ricevuto una pensione mensile pari a 1.649€, 962€ in meno ogni anno. Danno che sarà permanente per tutta la vita del pensionato”, ha puntualizzato Proietti.
Riforma delle pensioni: le richieste dei sindacati
In tema di riforma delle pensioni, Gigi Bonfanti, segretario uscente della Fnp Cisl, in un’intervista a “Il Dubbio” ha sottolineato l’importanza che vengano fissate “regole che rimangano stabili nel tempo, dando la possibilità ai lavoratori di avere dei punti certi, come quella di andare in pensione a partire dai 62 anni senza ricalcolo contributivo e, in alternativa, con 41 anni di contributi senza limiti di età, oltre alla stabilizzazione dell’Ape sociale“. Secondo Bonfanti: “In tale contesto, un’attenzione particolare deve essere inoltre prestata alle donne, a chi svolge lavori discontinui e ai giovani, al rilancio della previdenza complementare, all’adeguatezza della rivalutazione delle pensioni e alla definizione di una legge sulla non autosufficienza”.
“Il governo deve capire che il problema della previdenza in Italia non si risolve solo con la riforma del fisco: il problema è molto più ampio e articolato. La rivalutazione, ad esempio, è una norma prevista dalla Costituzione. Noi abbiamo il diritto di partecipare come cittadini alla riforma fiscale, che riguarda lavoratori e pensionati, ma il problema previdenziale è proprio solamente di una categoria. Perdere questa possibilità significa rischiare di abbandonare la previdenza sostituendola con l’assistenza, e questo noi non possiamo accettarlo”, ha puntualizzato l’esponente sindacale.