Riforma delle pensioni ed età pensionabile: l’analisi degli economisti Patriarca e Galasso

Pensioni 2018: le nuove criticità per l'Ape volontario

Riforma  delle pensioni 2018, l’analisi di Stefano Patriarca. Le ipotesi di riforma delle pensioni circolanti negli ultimi mesi prevedono modifiche radicali alla legge Fornero,con l’introduzione di criteri che favoriscano una maggiore flessibilità in uscita. Con il concretizzarsi del governo formato dal Movimento cinque stelle e dalla Lega si potrebbe arrivare alla cancellazione della legge sulle pensioni del 2011 ed all’introduzione di Quota 100 e Quota 41, quali criteri per il pensionamento.

Per il momento non si parla dell’abrogazione della legge Fornero, ma del suo superamento. Sono molti gli economisti a segnalare, a proposito dell’aumento dell’età pensionabile, il fatto che in Italia si arrivi alla quiescenza non con la pensione di vecchiaia, ma con quell’anzianità. Uno di essi è stato Giuliano Cazzola, recentemente, a DiMartedì.

Stefano Patriarca, già consigliere economico di Palazzo Chigi, raggiunto dall’Ansa, ha chiarito che nel 2017 sono state liquidate dall’Inps nel solo settore privato circa 290.000 nuove pensioni previdenziali dirette e tra queste circa 160.000 di anzianità. Patriarca ha sottolineato anche che, in media, i lavoratori che sono andati in pensione con la pensione anticipata avevano 61 anni.

Cosa accadrebbe se si aggiungesse il pensionamento con Quota 100, ossia, una volta raggiunto il tetto di 100, quale somma di età anagrafica e anni di contributi versati? Fissando un minimo di 35 anni di contribuzione, si andrebbe in pensione a partire dai 65 anni.

Secondo la valutazione di Patriarca, il costo dell’operazione sarebbe di circa 11,5 miliardi nel 2019, per arrivare a quasi 15 dopo tre anni dall’introduzione della misura. Con l’aggiunta di Quota 41, ossia  il pensionamento con 41 anni di contributi versati, nel 2019 si dovrebbe aggiungere una spesa di 12,3 miliardi, che diventerebbero circa 16 a regime.

Età pensionabile e legge Fornero: il punto di Vincenzo Galasso. 

Vincenzo Galasso, docente di economia all’Università Bocconi di Milano, in un’intervista rilasciata a “Il Sole 24 ore”, ha affermato che l’aumento progressivo dell’età pensionabile è una logica conseguenza dall’aumento della vita media: vivendo per un tempo più lungo, bisogna contribuire in maniera proporzionale alla costruzione della pensione.

Galasso ritiene impossibile tornare ai requisiti pensionistici ante Fornero e sostiene che si possa uscire prima dal mondo del lavoro, per necessità o desiderio personale, utilizzando rispettivamente l’Ape sociale o quello volontario.

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