Riforma delle pensioni 2018: l’analisi di Roberto Ghiselli. Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, ha commentato in maniera critica i dati forniti dal Working Paper del Fondo Monetario Internazionale sul sistema previdenziale italiano e sul fosco futuro che si starebbe preparando. Ghiselli, nella sua analisi, si avvicina a quella dell’ex Ministro del lavoro Cesare Damiano, affermando che i dati relativi alla spesa previdenziale forniti non sono attendibili. Ghiselli ha precisato che la cifra che viene fornita erroneamente come “spesa previdenziale” dovrebbe subire preliminarmente lo scorporo della tassazione e di altri elementi aggiunti impropriamente, in questo modo si noterebbe che il sistema previdenziale italiano è in equilibrio, registrando ogni anno degli avanzi di gestione.
L’equilibrio del sistema previdenziale, per Ghiselli, è destinato ad essere duraturo e le previsioni del FMI sono da ritenersi strumentali. Il leader sindacale ritiene inoltre, che, lungi da operare i tagli proposti dal FMI sulle tredicesime e le quattordicesime, vada modificato in maniera strutturale l’impianto della legge Monti Fornero, provvedendo all’introduzione di elementi di sostenibilità sociale, rivolti ai giovani alle donne ed ai lavoratori che svolgono attività gravose.
Pensioni e sostenibilità: il punto della Uil.
Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, per il quale non è corretto affermare che la spesa previdenziale italiana si attesti sul 16% del PIL, come vorrebbe il Fondo Monetario Internazionale. Il dato errato è dovuto al fatto che si continuano a sommare le spese previdenziali e quelle assistenziali in un unica voce contabile.
Nell’analisi di Proietti, la spesa previdenziale italiana risulta essere l’11% del Pil, risultando assolutamente allineata con altri paesi dell’Unione Europea. Motivo per il quale, la Uil ha invitato il nuovo Esecutivo a far insediare prima possibile l’apposita Commissione per la separazione della previdenza dall’assistenza, prevista dalla Legge di Bilancio 2018. Inoltre, il leader sindacale, è pronto a dare inizio ad una nuova fase di riforma delle pensioni con una flessibilità in uscita intorno a 63 anni.