Riforma delle pensioni: come affrontare il dopo Quota 100?

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Nel corso del convegno organizzato dall’Inapp, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, dal titolo”La sfida delle pensioni eque delle pensioni eque e sostenibili”, il presidente dell’Istituto Stefano Sacchi ha affrontato il tema della riforma delle pensioni e del “dopo Quota 100”. “Aver deciso di non toccare Quota 100  non ha risolto il problema di nuovi interventi sulle pensioni, che certamente entreranno nell’agenda politica. La strada migliore sarebbe progettare subito un ammorbidimento dello scalone che arriverà tra il 2021 e il 2022  ripristinando elementi di quella flessibilità tolta dalla riforma Fornero“, ha dichiarato Sacchi nel suo intervento.

Secondo Sacchi, infatti: “Un sistema moderno dovrebbe essere flessibile anche nell’uscita, introducendo dei parametri che possano consentire di andare in pensione un poco prima, accettando una pensione più bassa, a patto che questa pensione non sia poi così bassa da risultare inadeguata“. Per chi è nel sistema misto, ad esempio, si potrebbe consentire di “andare in pensione con le regole del contributivo fino a tre anni prima del pensionamento di vecchiaia, a patto che la pensione sia pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale, ovvero circa 1280 euro al mese”.

La riorganizzazione del sistema previdenziale

“Prima o poi, noi diciamo già subito dopo la manovra economica di fine anno, sarebbe il caso che la politica cominciasse a pensare a come riorganizzare l’intero sistema pensionistico visto che comunque Quota 100 terminerà nel 2021. Non sarebbe sbagliata, ad esempio, una legge delega per il riordino del sistema pensionistico, con una discussione aperta in Parlamento, se consideriamo, ad esempio, che la riforma svedese degli anni ’90 fu preparata consensualmente da tutti i principali partiti presenti nel Riksdag”, ha dichiarato Sacchi in un’intervista a “Formiche.net”.

“Occorre una pensione di garanzia”

Per il Presidente Inapp:”C’è una notevole frammentazione, è tornato il “labirinto delle pensioni” che si era contrastato con le riforme degli anni Novanta: quelle avevano reso più armonico il sistema, mentre i vari interventi degli ultimi anni lo hanno stratificato, creando tanti canali di accesso al pensionamento anticipato basato sull’appartenenza a determinate categorie. Nel contributivo poi manca una pensione minima: occorre una pensione di garanzia”.

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