Riforma delle pensioni 2018: quattro punti d’intervento per Federspev

Pensioni 2018: il punto Cupla sulle riforme del sistema previdenziale

Riforma delle pensioni 2018: l’analisi di Federspev. La Federspev, Federazione pensionati sanitari e vedove, ha illustrato la propria posizione in merito agli interventi sulle pensioni che andrebbero realizzati nel 2018, individuando quattro criticità: la perequazione automatica delle pensioni, l’assistenza-previdenza, le pensioni di reversibilità e le pensioni per le giovani generazioni. I temi sono stati affrontati nel Convegno nazionale “La verità sulle pensioni-dialogo-rispetto e sinergie tra generazioni”, organizzato con Anpan, Anrra, Anua, Anupsa, Confedir, Unpit, Unuci. Per quanto riguarda perequazione automatica delle pensioni, Federspev ha osservato che negli ultimi 11 anni e per 8 anni si è verificato un azzeramento dell’indicizzazione delle pensioni. Ciò ha provocato una perdita del valore reale degli assegni pensionistici di non meno del 15-20%. La situazione, da critica, è diventata drammatica, a causa della sentenza della Consulta 250/2017 che ha dichiarato legittimo il cosiddetto Bonus Poletti.

Riforma delle pensioni 2018: separazione del’assistenza dalla previdenza.

La riforma delle pensioni 2018, per Federspev, deve prevedere la separazione dell’assistenza dalla previdenza. Michele Poerio, Presidente di Federspev, ha ribadito che da anni viene chiesta una separazione netta tra il comparto previdenza, costruito dai contributi versati dai lavoratori e dai  datori di lavoro negli anni e quello assistenziale che deve essere gestito in maniera separata dalla fiscalità generale. Tale separazione, ha sottolineato Poerio, è stata già  stabilita, senza essere mai stata attuata, dalla legge 88/1989. Federspev  ribadisce che il settore previdenziale vero e proprio è in attivo, mentre la spesa assistenziale cresce a ritmo vorticoso.

Pensioni di reversibilità: il punto di Michele Poerio

Il presidente di Federspev,  a proposito delle pensioni di reversibilità, ha sottolineato
la disparità di trattamento riservata ai figli superstiti dei parlamentari: mentre in generale i figli superstiti ottengono l’assegno di reversibilità solo se hanno meno di 26 anni e sono studenti, quelli dei parlamentari ricevono la pensione di reversibilità anche se non studiano.

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