Riforma delle pensioni 2018: le proposte dei sindacati

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Riforma delle pensioni 2018: l’analisi della Cisl. I dati forniti dall’Inps nel suo Osservatorio sulle pensioni liquidate nel 2017 sono stati l’occasione per Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, per una riflessione sul sistema previdenziale italiano e le riforme che andrebbero introdotte. La sindacalista ha osservato che attualmente sussistono situazioni di ingiustizia sociale, che dovrebbero essere combattute con un grande progetto di riforma, dando la priorità ai temi del lavoro e delle pensioni, con particolare riguardo alle donne ed ai giovani.

Annamaria Furlan ha messo in evidenza i dati che l’hanno maggiormente colpita: il basso importo delle pensioni e la differenziazione dei trattamenti pensionistici riconducibili a differenze di genere. Il leader sindacale ritiene che il confronto iniziato sui temi delle pensioni e del lavoro con il precedente Governo debba continuare ad essere operativo, per correggere le distorsioni ancora presenti nell’attuale sistema previdenziale. L’esponente sindacale, in particolare, ritiene necessario rendere il sistema meno rigido, implementare il ricorso alla previdenza complementare, sviluppare degli strumenti per favorire l’occupazione femminile e rendere più corpose le pensioni delle donne, creare le pensioni di garanzia per i giovani. 

Riforma delle pensioni 2018. Per la Uil l’obiettivo è la flessibilità.

Per Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, l’età media di accesso alla pensione, pari a 63,5 anni, come indicato dall’Osservatorio dell’Inps sulle pensioni erogate nel 2017, è la dimostrazione che il sistema pensionistico italiano non è in linea con gli altri paesi europei. Pertanto, in considerazione del fatto che l’età pensionabile a partire dal 2019 sarà di 67 anni, Proietti ritiene che sia urgente introdurre una flessibilità in uscita intorno a 63 anni.

Tale intervento, per il sindacalista, servirebbe a proseguire il processo di modifica della Legge Fornero iniziato a seguito del confronto tra Governo e sindacati ed a contribuire allo sblocco del turnover nel mercato del lavoro, con evidenti vantaggi per le giovani generazioni.

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