Referendum sulla cannabis, boom di firme

Referendum sulla cannabis, boom di firme

Per il referendum che mira alla depenalizzazione della coltivazione della cannabis è boom: trecentotrentamila firme in settantadue ore. Grazie alla possibilità, introdotta il 20 luglio scorso, di sottoscrivere la richiesta con la firma digitale in tre giorni i promotori possono vantare di aver già superato abbondantemente la metà della soglia prevista dalla Costituzione per andare al vaglio di ammissibilità della Corte costituzionale.

Oltre a ciò in queste settimane sono in pieno svolgimento le raccolte firme per altri referendum (giustizia, eutanasia legale, abolizione della caccia) che hanno giù superato il tetto o lo faranno entro i termini e che lasciano immaginare una primavera 2022, quando i cittadini potranno votare se non ci saranno elezioni anticipate, molto calda.

In effetti il dato che spicca è quello relativo alla cannabis. Il vasto comitato promotore (un arcipelago di partiti e associazioni tra i quali +Europa, Associazione Coscioni, Sinistra italiana, Radicali, Potere al popolo, Arci, Rifondazione comunista) ha depositato il quesito solo il 7 settembre scorso. La raccolta firme in modalità digitale è partita l’11 settembre e in 72 ore la soglia delle 330.000 firme è già stata superata.

Referendum sulla cannabis!

«È un risultato straordinario — commenta Riccardo Magi di +Europa, autore dell’emendamento al decreto Semplificazioni che ha reso possibile la firma telematica — che dimostra come nel Paese ci sia voglia di dire la propria su questa materia che è stata espulsa dall’agenda politica. Tutti a dire che questa non è una priorità e invece i cittadini corrono a firmare». E ora è una corsa contro il tempo perché la raccolta firme per questo quesito termina il 30 settembre, a differenza delle altre iniziative per cui è stata prevista una proroga ad hoc fino al 31 ottobre.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Diritto.news

Informazioni sull'autore